venerdì 26 febbraio 2016

MURI DI CEMENTO

Si vabbè ma che fiera!

Certa gente davvero non ce la fa, quando l'elasticità mentale non ce l'hai niente da fare: non ce l'hai.
 
Io lavoro part time, dalle 9 alle 15. Sono l'unica persona che gestisce il reparto, che naturalmente non è un repartone enorme ma ha giustamente una mole di lavoro compatibile con i miei orari. Dopo le 15:00, a turno alcuni colleghi di altri uffici danno un'occhiata per controllare che non ci siano urgenze, cosa che non capita quasi mai.
 
Morale qualche tempo fa, questo compito di guardare dopo le 15 è stato passato ad un gruppo di colleghi che hanno un responsabile che definire di cemento armato è complimentarsi per l'elasticità.
Mi è stato chiesto di inviare ogni giorno prima di andare via una mail a questo responsabile, con la mia resp in copia, in cui ragguaglio sulla situazione del reparto alla fine del mio orario di lavoro.
 
Questa era una cosa che facevo anche prima, ovvero: se avevo qualcosa da comunicare prima di lasciare l'ufficio, la comunicavo. Altrimenti mi alzavo e me ne andavo con un semplice "qui tutto a posto" a voce.
Il primo giorno di questa nuova procedura di invio mail, devo ammettere, mi sono dimenticata. Ho ricevuto una sgridata via email (in copia tutto l'universo), ed io che col tempo sono diventata diplomatica ho risposto semplicemente, "si scusate avete ragione" e mi sono messa un post it sullo scehermo come reminder.
 
Ieri mi sono scordata di nuovo.

Ma attenzione: quando dico che mi sono scordata, significa che non avevo niente da dire, perchè se ci fosse stato un casino, un'urgenza, una roba qualsiasi che esulasse dalla norma, eccome se avrei scritto.
Stamattina avevo una mail che diceva che il mio post it era parte dell'arredamento e che dovevo mettere un allarme nel calendario del pc per ricordarmi. 
 
Ora, a me pare un filo esagerato, per non aver mandato una mail con scritto "niente da segnalare", però sono diplomatica (ommmmmm) e ottempero.
La resp. viene a vedere che io abbia fatto tutto  a modino, al che le dico: guarda che comunque se non
mando email significa che non ho niente da segnalare.
La risposta è stata che "le stanno con il fiato sul collo".
Suppongo che questa sia opera di quell'altro responsabile, quello elastico come un muro di cemento.
Io sono stata responsabile di un reparto molto grande ai miei tempi, prima del secondo figlio e del part-time, e francamente ho sempre saputo cosa rispondere alle persone che mi stavano col fiato sul collo o che avevano da eccepire sull'operato dei "miei". Anzi mi facevo un punto di onore nel difenderli, se era il caso, anche a costo di bozzare contro un superiore (il che spiega parzialmente perchè io non sia più responsabile, suppongo).
 
Ora a quanto pare le cose sono molto cambiate.

Il punto sembra essere quello di abbassare la testa ed annuire. Normalmente, la cosa non mi tangerebbe giacchè ormai sono abituata, ma stamattina mi ha dato proprio fastidio.
Beh, ho risposto, puoi far notare anche tu l'inutilità di scrivere per dire che non hai niente da scrivere, puoi anche dirlo che se non c'è email significa che non c'è niente da dire, no?
Non c'è stata risposta, solo una alzata di spalle come a dire "è così perchè è così".
 
Naturalmente non mi costa nessuna fatica mandare quella famigerata email - posto di ricordarmene :-)
Ma mentirei se dicessi che non mi da enormemente noia avere a che fare con persone disposte a seguire una procedura inutile per puntiglio e principio, pur se è evidente l'inutilità della cosa (nonchè propense ad attaccarsi a qualsiasi stupidaggine pur di spaccare la minch.. ehm, esercitare la propria autorità)

mercoledì 24 febbraio 2016

AL MIO SEGNALE.......

Questo post partecipa alla rassegna "Seghe mentali, come farsele al meglio" iniziata qualche giorno fa col post sull'acqua.

Sentitevi liberi di scatenare l'inferno (Vedetta... eheheh)

Dunque vi racconto una breve conversazione avuta un paio di sere fa col GG, in macchina, mentre andavamo a una cena con amici. Parlavamo della giornata trascorsa come facciamo di solito, ci raccontiamo anche piccoli eventi privi di grandi significati cosmologici, così giusto per chiacchierare.

Ad un certo punto mi dice:
GG: ah sai, oggi mi ha chiamato quella mia amica che mi organizza le fiere
Puff: mmmmhhh si?
GG: si, mi ha detto "prima che mi chiami per dirmi che vuoi fare la prossima fiera ti avviso che non lavoro più per XXX" E allora ho chiesto "e cosa vai a fare?" e lei: "risorse umane, poi ti spiego".
Puff: Ah.

Ora li per li, ovviamente, è una qualsiasi conversazione tra persone che collaborano a livello professionale, niente da eccepire no?
Però io ho una certa memoria, un cervello funzionante ai limiti della paranoia (diciamolo) e una pancia che ogni tanto si mette a parlare. Altre volte urla.

Quindi le mie considerazioni sono le seguenti:

1) perchè me ne parli? questa persona non la conosco, non l'ho mai vista, l'ho sentita nominare tipo tre volte nella vita, perchè mi stai raccontando questa cosa? Va bene "piccoli eventi senza significati cosmologici" ma questo non rientra nemmeno nella categoria. Quale è il vero motivo per cui mi stai nominando così, di sfuggita, questa "amica"??

2) soffermiamoci appunto su questo termine, amica. Dunque questa persona organizza fiere. Quante fiere può fare un'azienda in un anno? Beh, dove il GG lavorava prima, ne ha fatta tipo 1 in due anni. Prima ancora, forse 2-3 l'anno, esagerando. Quindi diciamo che è qualcuno con cui parli circa questo numero di volte, diciamo 3 volte all'anno. Amica? Amica una persona con cui lavori e parli 3 volte l'anno? Qui i casi sono due, o non ci intendiamo sui termini (ma fidatevi, non è così, il GG non è uno che parla a vanvera) oppure i contatti sono maggiori di quelli dovuti alle fiere.

3) Questo nominare una persona "come per caso" quando apparentemente non c'entra niente è un filmino già visto. Era quel che capitava anni fa, con la famosa collega. Piazzata una volta qui e una li nel discorso, così senza dar troppo peso. Poi non so come dire, ma il modo, il tono, l'atteggiamento del viso, non si tratta di nulla che potrei razionalmente spiegare, ma ho avuto la netta impressione che fosse in imbarazzo. Certo, potrei sbagliarmi. Però...

4) 'sto giro la mia pancia si è messa a strillare come un'ossessa.

Ora.
Ho già probabilmente detto in altre occasioni che attualmente mio marito ed io stiamo davvero bene. Tolto un solo argomento di cui discutiamo ogni tanto, la situazione potrei definirla quasi idilliaca.
Ma proprio per questo mi trovo spiazzata e perplessa.
Davvero sto per cascarci dentro un'altra volta, a questo casino? Oppure sono solo io che sono troppo paranoica? Me le cerco? O mi trovano?

Ne ho parlato con lui, subito, ovviamente, e beh... nulla, praticamente non ha detto niente tranne "ma Puff, dai....". E' rimasto zitto e pensoso.

Boh. Se dicessi che non so cosa pensare mentirei, diciamo che sto cercando di non sapere cosa pensare per non pensare male.

Però sono incredibilmente rilassata.
Oserei dire che mi vien quasi da ridacchiare.

martedì 23 febbraio 2016

PRECISAZIONE

In merito e per concludere il post di ieri, vorrei precisare, qualora non fosse chiaro (e qualora qualche iena passasse casualmente di qui....) che il mio discorso non è relativo alla tutela dei minori.

Io sono assolutissimamente dell'opinione che i bambini e i ragazzi vadano tutelati al massimo e al meglio delle nostre possibilità, sempre e comunque, con qualunque mezzo lecito e se occorresse pure illecito. Metti una mano su mio figlio e se ti becco dovrai ritenerti fortunato di trovarti solo evirato con un coltello da cucina. E mi riservo pure il diritto di aprirti la pancia.

Tuttavia accanirsi col social network mi lascia una sgradevole impressione di fuorvianza (si dice, fuorvianza?)

Un po' come quella fetta di popolazione che inveisce contro gli immigrati/profughi ritenendoli responsabili del fatto che i nostri italianissimi pensionati non arrivano a fine mese, quando chiaramente la causa è tutt'altra; solo che la causa vera non è risolvibile (o non a breve) ed è molto più facile fare proseliti stimolando gli istinti più beceri che albergano nell'essere umano.

Significa spostare l'attenzione su (o creare ad arte una) parte di  problema che sia facilmente masticabile dal popolo bue per evitare di parlare di ciò che davvero conta - e che è difficile. Nel caso specifico mi riferisco al debellare davvero la pedofilia nella vita reale, condannare i pedofili, e possibilmente assegnare un girone speciale dell'inferno a tutti quelli che approfittano della propria posizione di riferimento nei confronti dei ragazzi per abusare della fiducia che essi ripongono in loro (preti, insegnanti, quella categoria li)

Non prendo sottogamba il problema della pedofilia ne scherzo sulla pedofilia online che so bene essere una piaga dilagante. Dico solo che dovremmo un po' svegliarci e fare quel che è giusto, piuttosto che quello che è facile.


lunedì 22 febbraio 2016

FACEBOOK, PEDOFILI ED ALTRE NEFANDEZZE

Ieri sono stata coinvolta in una discussione in facebook, cosa che cerco sempre di evitare come la peste per vari ed ovvi motivi.

In pratica un avvocato, di cui tacerò ovviamente il nome, ha postato uno status contro qusesto giochino che gira ultimamente, la sfida delle mamme a pubblicare tre foto che le rendono fiere della propria maternità, dicendo in poche parole che non bisognerebbe pubblicare foto dei figli perchè innanzitutto si viola la loro privacy e poi perchè i pedofili sempre in agguato ci sbavano sopra non appena pubblicate.

Questo l'ha fatto con un tono poco piacevole che mi ha spinta a rispondere, ed ecco prechè sono rimasta invischiata.

Ora, lasciando perdere che il post ha immediatamente creato due schieramenti, le pro e le contro la pubblicazione di fotografie dei figli, e tralasciando anche il fatto che hanno cominciato pure a volare insulti (la sottoscritta ha preso della madre indegna) io avrei i miei due centesimi da spendere su questo argomento, se permettete.

Io non sono ne a favore ne contro la pubblicazione di foto dei figli sui social. Le pubblico, se capita, ma potrei pure non farlo. Semplicemente penso che sia un falso problema, e vado a spiegarmi.

1) discorso privacy.
La privacy di un minore è sempre gestita dal genitore o dal tutore. Io decido sulla privacy dei miei figli ogni volta che li iscrivo, dall'asilo alle superiori, o alle varie attività sportive. Tutti questi "enti" mi chiedono se do il consenso che i miei figli vengano eventualmente fotografati o filmati durante lo svolgimento delle attività. Santo cielo i miei sono due saltimbanchi, che dire delle riprese durante gli spettacoli di circo? o dei genitori che magari fotografano il loro figlio durante una partita e beccano anche il mio? L'avvocato suggeriva di lasciare a loro la decisione sulla propria privacy ma questa proposta mi sembra un po' strana specie da parte di un avvocato, in quanto egli meglio di tutti noi sa che una tale decisione si può prendere solo con la maggiore età, e quindi cosa dovrei fare? attendere che siano maggiorenni per chiedergli se all'asilo possono fotografarli?

2) Sui pedofili.
Orbene, sono certa che i pedofili esistono e che magari si ingegnano anche per andare online a recuperare qualche foto di straforo, ma onestamente: è questo IL problema pedofilia? E' Facebook? Ci sono centinaia di migliaia di fotografie di minori che girano ovunque: cartelloni pubblicitari, spot televisivi, riviste di moda, dovunque ci sia un business rivolto ai bambini, i bambini ci mettono la faccia. Ci sono giovanissimi modelli e modelle, attori e attrici, perchè demonizzare Facebook?
Sarà perchè è un po' di moda prendersela con il brutto e cattivo social network? Sarà perchè non produce reddito? Perchè se il problema sono gli sbavoni, allora tutte le immagini di minorenni esistenti dovrebbero essere tolte di mezzo. Provate ad andare a dire, che so, a Giochi Preziosi che deve pubblicizzare i suoi giocattoli senza bambini. O ad Armani Junior che i vestiti li deve mettere sui manichini anzichè addosso ai mini-models.

Inoltre consideriamo anche un altro fatto. I figli, i bambini e i ragazzi, vanno in giro e vivono nella vita reale. Mi domando quante di quelle mamme così inclini a sputare veleno hanno figlioli di, diciamo, 10-12 anni che iniziano ad andare a scuola da soli, o scendere a comprare il pane, o entrare in un bar per una coca? Tutte loro argomentavano che un pedofilo può essere chiunque, un vicino, uno zio, un mostro travestito da persona per bene... ed io rispondo: appunto! cosa fate coi vostri figli, li tenete al guinzaglio? Li portate a scuola fino alla quarta superiore? Non li lasciate uscire di casa? Perchè sinceramente a me l'idea che un qualche bastardo pervertito si smanetti sulla foto del Nin che mostra orgoglioso la sua coppa di rugby mi fa uno schifo tale che mi viene da vomitare anche solo a scriverlo, ma la verità è che quand'anche fosse, questo non provocherebbe alcun danno a mio figlio.
Voglio spingermi ulteriormente in là, dicendo che una tale pratica, per quanto disgustosa oltre ogni limite, non credo violi nessuna legge.

Quanto più reali e tangibili invece sono i pericoli che corrono tutti i giorni anche solo andando a scuola?

Voi avete mai visto carabinieri o polizia davanti alle scuole, nei parchi, attorno ai palazzetti sportivi o dove vi siano grandi raduni di bambini/ragazzi? In borghese magari, così giusto per dare un'occhiata?
Avete mai sentito di maxi operazioni tese a smantellare i siti pedopornografici? Si? E quante volte? Una, se va bene, negli ultimi 15 anni?
Quanto carcere fanno i pedofili conclamati che molestano i nipotini, i figli dei vicini, gli allievi? E se sono preti poi... tanti saluti.

Però il problema è Facebook, certo.
Facebook. Perchè è il capro espiatorio ideale, ci fa sentire tutti bravi e tutelanti, genitori attenti, scrupolosi e amorevoli senza spendere un minimo di fatica o sacrificio. Senza mai impegnarci veramente, senza FARE davvero qualcosa di utile. Cari miei, son capaci tutti a essere bravi così.

Impegnamoci piuttosto perchè le leggi - che pure mi consta ci siano - vengano applicate, e se non ci sono facciamo voce perchè vengano scritte. Impegnamoci perchè le forze dell'ordine che noi tutti paghiamo per avere con le nostre esorbitanti tasse prendessero a cuore il problema e fornissero protezione vera e tangibile (e non solo contro i pedofili, ma parliamo delle ultime notizie daglle scuole materne?) Facciamo casino perchè la vita REALE dei nostri figli sia sicura, invece che prenderci a cornate tra noi come le brave caprone che siamo!

Io inviterei tutte quelle iene delle mamme del post di ieri ad accompagnare e andare a prendere i loro figli a scuola e ad ogni attività mattina pomeriggio e sera, a non lasciarli mai incustoditi, a non perderli mai di vista,  a dimostrare davvero la loro brama di tutela, prima di inveire contro noi povere mamme degeneri che esponiamo i nostri figli vestiti da sci alla lascivia del primo porco che passa.

giovedì 18 febbraio 2016

LA COSA DELL'ACQUA



Si va bene, però questa storia dell'acqua calda e di quella fredda è una solenne fregatura no?

Adesso, a uno gli può capitare pure di mettere il ditino per errore sotto il rubinetto sbagliato, ci sta, diamine, che sarà mai! Ti curi la scottatura, un po' di olio d'oliva come diceva la nonna, al limite una spalmatina di Foille e in qualche giorno sei a posto.

'sta cosa che poi ti devi portare appresso la paura dell'acqua, e non solo di quella calda ma pure di quella fredda, è una clausola vessatoria intollerabile! Come dire cornuti e mazziati.

Questo per dire che il passato non ci abbandona mai completamente.

Certe cose possono essere metabolizzate, superate, masticate tritate e vivisezionate, puoi fartene una ragione, puoi accettarle ed andare avanti... ma dimenticare è altra cosa.

Dimenticare, o ti viene l'alzheimer, o ciccia.

Se hai vissuto in passato situazioni dolorose il rischio che non ti abbandonino mai è concreto e reale, per quanto tu faccia. Anche se ne sei uscita (o quanto meno ne sei convinta), anche se ne sei uscita a testa alta, anche se sei fiera del lavoro compiuto e del fatto che non ti sei lasciata sopraffarre, come si dice? A volte ritornano.

Ed è davvero seccante perchè quando lo fanno, non riesci più a goderti come dovresti la tua conquistata meritata stupenda acqua fresca per paura che possa farti di nuovo male.

Dopotutto è già successo no?
Ti sei già lasciata cogliere impreparata e magari non una sola volta, ingenuotta che non sei altro. Quindi chi ti dice che non possa accadere ancora? Specialmente se - diciamo così - i rubinetti sono sotto il tuo controllo soltanto parzialmente?

Questo non va decisamente bene.
Decisamente.
Come se ne esce? Idee?










lunedì 15 febbraio 2016

LA LEGGE DI MURPHY SULLE FERIE

Tutte le sante volte la stessa storia
Eppure dovrei avere imparato.....


Sono stata in ferie da giovedì 11, mi ero presa un paio di giorni in corrispondenza del carnevale (ambrosiano) per stare un po' coi figli e col marito (che aveva preso venerdì) e godermi un po' casa e famiglia in santa pace.


Invece... invece.

Da giovedì mattina ho girato come una trottola per tre giorni tra commissioni, cose da fare, regali da comprare (collaboravo col Ric per il compleanno della morosa). Sono arrivati in anticipo i mobili del bagno nuovo, quindi corri a sistemare la burocrazia relativa, inizia a svuotare armadietti. Sabato rugby. Il GG è arrivato a casa malato giovedì sera, quindi mentre io facevo tutto ciò lui giaceva sul suo letto di dolore, ci siamo praticamente visti solo domenica. Mi sono seduta sul divano la prima volta sabato alle 18 dopo la partita - da giovedì mattina!!!
Ieri pomeriggio tornando da casa dei suoceri dopo pranzo ero talmente depressa che mi veniva da piangere! Ma porca di quella............... vabbè.


IL GIOCO DELLA CONTENTEZZA, ovvero: note positive


1) Giovedì eravamo a casa solo il Ric ed io.
Dopo averlo costretto a studiare un paio di ore (!) siamo usciti a pranzo, la giornata era bella e soleggiata, abbiamo fatto anche due passi in centro. Era di ottimo umore (probabilmente per via del sushi) e mi ha persino raccontato qualche cosetta sulla sua complicata storia d'amore. Piacevole, davvero.


2) Sabato il Nin ha fatto la partita della sua vita.
Per mancanza di atleti (era carnevale....) hanno fatto delle squadre miste e lui è capitato con bambini che non conosceva e poco pratici, probabilmente rugbisti da poco.
Era piuttosto arrabbiato (competitivo chi?) ma sentendosi evidentemente il pilastro della situazione ha giocato BENISSIMO, ha placcato tutto il possibile, ha corso come un indemoniato, ha salvato l'onore facendo due mete. Quando è tornato, per l'ultima partita, a giocare con la sua squadra abituale (non per dire ma siamo i più forti del circondario) ha giocato bene, si, ma non COSI' bene!
Il GG stava meglio ed è venuto alla partita anche lui, ma io ero di servizio in campo quindi siamo stati uno qui e uno là in fondo. L'ho detto: ci siamo visto praticamente solo domenica (ed eravamo a casa dei suoceri)


3) Abbiamo iniziato il Nin ai piaceri di Ritorno al Futuro.


4) Quest'anno a causa del torneo abbiamo saltato a piedi pari la sfilata dei carri di carnevale. Il che significa che non ho i consueti 4 chili di coriandoli abusivi in casa, che di solito li trovo incastrati chissadove fino a Pasqua.


Ciò nonostante sono in un mood decisamente negativo ultimamente, sono di malumore e vorrei poter dire che non so perché ma in realtà lo so. Solo che è un motivo del cazzo.


Stay tuned per il prossimo pesissimo post.





venerdì 5 febbraio 2016

CASO IPOTETICO - modalità filolsofica on

Vi mancavano i miei post filosofici?
Scommetto di no eh? :-)
Ve lo cuccate lo stesso!!!

Questo post scaturisce dall'unione di vari casi reali cui mi è capitato di assistere.
Non parla di nessuno in particolare, e parla di tutti in generale.

Poniamo il caso di una coppia collaudata, che so, insieme sldamente da 10 anni.
Casa, figli, vita normale. Una coppia qualunque.Prima domanda: considerate normale che dopo un po' la passione diminuisca? E per normale intendo: a) succede sempre? b) è inevitabile? Seconda domanda: quando secondo voi questo diventa un problema? E' una questione di frequenza? di qualità? di entrambe? di cambiamento di abitudini?

Mettiamo che uno dei due della coppia si accorga di questo affievolimento.
Ribalsiamo i ruoli tradizionalmente accettati.
Facciamo che sia la moglie quella "vogliosa"qui, e che sia dunque lei a rendersi conto della cosa.

Insomma questa moglie inizia cautamente a dire che... insomma.... le sembra che le cose non vadano tanto bene... con delicatezza perchè si sa che per i maschietti son argomenti difficili.
Mettiamo che non sortisca alcun effetto (tranne far magari leggermente alterare il marito) e che quindi dopo un po' cominci ad essere pià chiara. Molto chiara. Massimamente chiara, diciamo.

Terza domanda: cosa farà secondo voi il marito a questo punto?
Accetterà la critica?
Cadrà preda di impotenza emotiva da insicurezza?
Inizierà a sbatterla contro il muro una sera si e quella dopo pure?

Facciamo che questo marito non accetti la critica.
Dica che no che non è mica vero, che il suo desiderio di lei non è affatto calato.
Però mettiamo che le cose non cambino.

Quarta domanda: la moglie cosa dovrà fare a questo punto? 
Dovrà insistere?
Dovrà trovare modi per riaccendere l'interesse del marito anche a costo di sentirsi umiliata?
Dovrà trovarsi un amante?
Dovrà accettare la situazione come inevitabile e non pensarci più, perdendo anche lei il desiderio per "il bene supremo" altrimenti conosciuto come quieto vivere?

Dopo uno "scazzo" sul sesso - che non è mai una bella cosa, quali saranno gli scenari possibili per questa coppia?

Io, per come la vedo, ne immagino uno in particolare, senza lieto fine.

Eccolo:

la moglie accetta la cosa e smette di insistere.
però, come conseguenza, le scappa un filo la poesia e anche lei inizia a provare sempre meno desiderio.
passa un po' di tempo - 6 mesi, un anno - e il marito un bel giorno si sveglia e si rende conto che non tromba abbastanza, che la passione è morta, e che la cosa non gli sta affatto bene.
Ben lungi dal ricordarsi di tutti i discorsi fatti con la sua signora, non troverà di meglio che iniziare a lamentarsi con gli amici da vero macho, e voltarsi di qua e di la finchè all'orizzonte non si profilerà una collega (passatemela questa!) compiacente ansiosa di restituirlo alla sua virilità perduta.
La moglie lo scoprirà e lo butterà fuori di casa furiosa.

E tutto questo perchè quel marito - quella persona, come tante altre persone - è stato pigro, tanto pigro da non saper tenere viva la fiamma della passione, che non arde da sola se non alimentata (almeno non dopo aver superato l'adolescenza!), ma che come tutte le cose richiede impegno. Un impegno che, sommerso da mille altri impegni, non ha avuto pazienza o voglia  o interessa ad assumere, commettendo il banale ma madornale errore di credere che le cose procedano con le proprie gambe.

Le persone non diventano più giovani col passare del tempo.
Più sagge, dovrebbero, ma non più giovani.
Ed in ambito sessuale questo è evidente più che in altri ambiti. 

Relegare l'intimità al fondo dell'elenco delle priorità - come ho già avuto modo di dire varie volte - dopo il buon mangiare e buon bere (se hai mangiato troppo non si tromba), dopo il lavoro (se sei stanco della giornata, non si tromba), dopo tutti i piccoli disturbi che ognuno ogni giorno ha (se hai il raffreddore, non si tromba, se ti brucia un occhio non si tromba, se hai l'aria nella pancia non si tromba...), dopo la TV (se hai da guardare l'ultima puntata della tua serie preferita non si tromba) equivale ne più ne meno che alla fine della relazione.

Che dite, troppo pessimista?




giovedì 4 febbraio 2016

DI B.E.S.

ok , sento la necessità di fare un minimo di chiarezza dentro me stessa su un argomento che mi sta a cuore.

Due, veramente, ma già sarà un post lungo... cominciamo da uno.

Ieri sera si parlava con alcuni amici del fatto che oggi tantissimi bambini hanno disturbi di vario genere come dislessia, disgrafia, discalculia, disqualunquecosia e che questi bambini vanno aiutati e curati. Li chiamano i BES, Bisogni Educativi Speciali (che già, etichettarli... vabbè).

Ho fatto mente locale e mi sono resa conto che mentre di dislessia ho sempre sentito parlare, essendo noti anche famosi dislessici tipo Tom Cruise il quale impara ugualmente i copioni a memoria, invece la disgrafia e la discalculia mi sono totalmente  nuovi.
Ho fatto anche mente locale che conosco alcuni bambini diagnisticati disgrafici, alcuni dislessici di varie età. Forse addirittura un discalculico.

 E mi sono sovvenute anche alcuni episodi che messi insieme mi hanno fatto riflettere.

Il primo in ordine di tempo riguarda il Ric.
Il Ric ha sempre letto male.
Non è che non capisse o che faticasse a leggere in se e per se, ma leggeva male ad alta voce. Tuttora legge lentamente, ed  è probabilmente l'attività che più odia in assoluto. Ai tempi delle scuole elementari, non si esercitava quanto avrebbe dovuto, ed ecco spiegato - per come la vedo io - l'arcano.
Invece ci fu chi mi prospettò la possibilità che fosse dislessico.
Peraltro una persona degnissima e bravissima, una degli insegnanti migliori che si possa immaginare.
Mi disse che era pià che altro per lasciare un segno nel suo portfolio, in modo che non venisse giudicato come "svogliato" ma che si sapesse che c'era un disturbo. Per il futuro, mi disse, per le superiori.

Io non seguii il consiglio di farlo visitare.
I dislessici non solo hanno difficoltà di lettura, ma faticano - o non riescono proprio - a capire quello che leggono, problema che il Ric non ha mai avuto. Pertanto ho insistito che si impratichisse un po' con la lettura ad alta voce e non l'ho "medicalizzato".

Fatto bene, fatto male... ho fatto così e cosa fatta capo ha.

Qualche giorno fa ho saputo che un paio dei bambini della squadra di rugby sono BES.
Uno in particolare mi ha colpito. Sua madre, e specifico che non è una ragazzina inesperta ma la madre ultra quarantenne di ben 4 figlioli, mi disse espressamente: "Ah, guarda, io appena l'ho visto a 6 anni... da come teneva la matita l'ho capito subito! Questo qui è disgrafico"

Proprio così ha detto: "questo qui è disgrafico" solo vedendo come teneva la matita PRIMA di cominciare la scuola. Come fai a essere disgrafico prima di iniziare a scrivere, non credo di averlo mai capito, Comunque, l'ha portato in non so che centro, è stato diagnosticato, ed ora è un BES.
Mi ha fatto specie perchè l'ha detto con totale convinzione, con assoluta certezza, come se non avesse preso in considerazione nessuna altra possibilità.. visto, stabilito. Bon. Mi si è un po' accapponata la pelle, devo essere sincera.

E mi si è accaponata perchè mi sono ricordata che le maestre del Nin alla fine della prima mi raccontarono, ridendo, che la prima volta che lo  hanno vistocon una matita in mano si sono messe le mani nei capelli: avete presente Brontolo con la sua piccozza? Ecco, peggio. I quaderni venivano a casa scritti tanto pesantemente che all'ultima pagina si vedevano i segni delle scritte sulla prima. Disordinato, incasinato, quando ha smesso di tenere la matita come una scure, ha cominciato a tenerla meglio, si, ma comunque in maniera scorretta. Grafia tremenda (come suo fratello e suo nonno, devo aggiungere), pieno di pasticci.

Eppure si sono messe li, vicino a lui, e un poco per volta gli hanno INSEGNATO come tenere la penna, come scrivere in maniera meno pesante, come migliorare. Non mi hanno mai nemmeno ventilato lontanamente l'idea che potesse essere disgrafico.

Ma sono piuttosto persuasa che se lo avessi fatto visitare, una diagnosi l'avrei portata a casa.
Diagnosi che abbiamo evitato grazie a due maestre giovani che  sanno fare il loro mestiere.

ORa, io non vorrei essere fraintesa.
Non sto dicendo che dislessia, disgrafia, discalculia non esistono.
Ci mancherebbe altro!
Sto dicendo però che ho la sensazione che alle volte vengano diagnosticate un po' in fretta, un po' superficialmente, e per due ordini di motivi:

Il primo, per togliere agli insegnanti l'incombenza di dover insegnare a bambini più difficili di altri. Ci sono un sacco di insegnanti che non hanno voglia, diciamocelo! Un alunno come il Nin comporta sforzo e pazienza, quindi via, lo diagnostichiamo, lo smolliamo al sostegno e tanti saluti. Anzi, meglio, così abbiamo una maestra in più in classe.

Il secondo, per nutrire l'ego dei genitori. Se tuo figlio non legge o non scrive bene, è perchè è "malato", ha un disturbo classificabile e curabile, non è perchè è un dannato pigro fancazzista, (autobiografico) o perchè tu non lo segui abbastanza a casa (parzialmente autobiografico), o perchè semplicemente è un po' più lento, senza nessun motivo. Sia mai! Il mio perfetto figliolo?? No no. Il mio perfetto figlolo è perfetto, solo che poverino, ha un disturbo dell'apprendimento, non è colpa di nessuno.

Il disturbo, la malattia, sono neutri: non danno responsabilità a nessuno
Inoltre sono inquadrabili, sono prevedibili, non so come dire.
Sono facili da gestire perchè c'è qualcuno che può darti una cura.

Ripeto, non voglio offendere nessuno che magari passa di qui, ha un bimbo dislessico, e si sente chiamato in causa.


E' un po' la cosa che pensavo anche del disturbo da iperattività: un bambino vivace è vivace, non necessariamente è un iperattivo da sedare. Spesso è questione di avere più pazienza, non dico che sia facile, ma medicalizzarli, etichettarli, bollarli e marchiarli fin da così piccoli secono me è eccessivo, e magari anche dannoso alla lunga (non lo sapremo che tra una ventina d'anni questo....)

Siamo passati da un tempo a cui i bisogni dei bambini non venivano nemmeno considerati (non la mia generazione, che è stata "di passaggio" ma forse già quella dei miei genitori era così) ad uno in cui li trattiamo con talmente tanti riguardi da togliere da davanti ai loro piedi qualunque minuscolo insignificante inciampo: pensiamo solo al loro benessere - il che è giusto - ma lo facciamo in maniera ossessivo compulsiva, assecondandoli, compiacendoli, addirittura contandoci le parole in bocca quando li sgridiamo per non minarne l'autostima...

Abbiamo perso la capacità di dire: hai sbagliato, è colpa tua, ora rimedi.
Se vanno male a scuola, non sono svogliati: è colpa dell'insegnante
Se picchiano un compagno, non sono maneschi: sono stati provocati
Se non sanno leggere, non sono pigri: sono dislessici.
Se disobbediscono, non sono maleducati: sono bambini. 

Tutto è fatto per rendere la vita facile in maniera artificiale ed - a mio parere - eccessiva.
Stiamo crescendo una generazione di bambini fragili (e ne parlerò prossimamente con un post probabilmente ancora più da stronza di questo) che diventeranno degli adulti terribili.

Parere personale, che spero qualcuno voglia confutare al di la di ogni ragionevole dubbio.






martedì 2 febbraio 2016

IL SABATO DEL RIC, O DI TOLLERANZA ZERO

Devo dire che dopo la cazzata del GG dettagliatamente spiegata in questo post, la mia pazienza si è definitivamente esaurita.

Sono entrata in modalità "tolleranza zero" con tutto e con tutti.
Eccheppalle, e mo' basta, che diamine (come direbbe il Nin)

Insomma, per farvela breve.
Sabato pomeriggio siamo usciti alle 14 per il pomeriggio di rugby.
Il Ric era a casa, come ogni weekend gli chiedo "esci?" e come ogni weekend mi risponde "non lo so".

Come tutti i santissimi weekend che Dio o chi ne fa le veci manda sulla terra da almeno due anni a questa parte gli dico: "ok, se esci mandami un messaggio e dimmi dove sei" ricevendo in risposta un laconico "si"

Secondo voi, in due anni abbondanti, quanti messaggi ho ricevuto?

Bene sabato scorso non ha fatto eccezione.
Verso le 16 il GG inizia a chiamarlo per sapere dove fosse e cosa facesse (noi eravamo ancora al campo), senza alcun successo ne' sul cellulare, ne sul fisso di casa.

Ovviamente, avrà avuto come sempre il telefono silenziato.

La solfa va avanti per un'ora buona, sempre senza risposta
Arriviamo a casa, lui ovviamente non c'è.
Continuiamo a chiamarlo senza esito ma quando sotto casa iniziano a passare ambulanze a iosa, devo ammettere che l'incazzatura ha lasciato un po' il posto all'ansia.

Così mi sono decisa a fare qualcosa che normalmente non farei: ho mandato un messaggio in FB alla sua morosa, chiedendole di dirgli di chiamare "me o suo padre".

30 secondi e lei mi risponde "si si glie lo dico subito", 31 secondi e il cellulare del GG squilla.
(paura, eh, di chiamare me!!!!)

Fortunatamente il GG era incazzatello anche lui e il figliolo è stato immediatamente richiamato all'ordine.
Primo, vieni a casa immediatamente.
E' partita la protesta, ma non l'ha avuta vinta.
E' arrivato a casa dopo 5 minuti.

Secondo, bello mio.
numero A, Ti ho chiesto un messaggio e non me l'hai mandato.
Me ne frego se ti sei dimenticato, non ti devi dimenticare
numero B, Ti abbiamo chiamato n volte, e non hai mai risposto
Me ne frego se hai scordato il cellulare in modalità silenzioso, non ti devi scordare.
numero C, il tuo letto è ancora sfatto, la scrivania è un delirio e tutto il guardaroba è malamente impilato sulla sedia. 
Ergo, stasera non esci ma vieni con noi alla festa di compleanno a cui è invitato tuo fratello e passi la serata in mezzo a un mucchio di bamini di terza elementare.

Li ho veramente visto la sanità mentale vacillare dietro i suoi occhi.

Ha provato ad accettare di non uscire ma a dire che stava a casa
Ha provato con la resistenza attiva ("non ci penso nemmeno ti ho detto che non ci vengo")
Ha provato con la resistenza passiva, evitando di prepararsi e mettere le scarpe all'ora di uscire.

Ma alla fine si è seduto al tavolo di una pizzeria chiamata Jungle Park ad ascoltare Il Coccodrillo Come Fa e La Danza del Pesciolino.

Imparato la lezione?
Io dico di no.
Ma ne ho in serbo taaaaante altre, se occorresse.







lunedì 1 febbraio 2016

GIORNATA DI RUGBY

Beh, certo, dopo circa un mese e mezzo senza una goccia di pioggia, almeno due settimane di sole splendente di cui una con temperatura decisamente gradevole, era naturale che sabato, primo giorno del torneo invernale di minirugby, il tempo fosse fosco, piovoso, grigio e più genericamente una vera e solenne merdaccia.

Ma porc.......

Vabbè.

Che dire, siamo rudi rugbisti, mica sollevatori di polemiche, quindi alle 14 lieti come sposi novelli ci siamo apprestati alla bisogna. Il Nin carico come una mina (ma non abbastanza rabbioso, giacchè la sua nemesi, la squadra degli Amatori, non era previsto partecipasse a questo torneo) ci siamo spostati di bei 3.5 km da casa e abbiamo raggiunto il campo.

Nel giro dei primi 35 secondi di riscaldamento, gli atleti erano già infangati come se avessero sguazzato in un porcile per tutto il giorno. Meravigliosi. Lieta sorpresa, prima dell'inizio ufficiale dei giochi, le squadre sono state richiamate tutte fuori campo, poi fatte rientrare ufficialmente al seguito degli allenatori e, meraviglia delle meraviglie.....


è partito l'Inno! Tutti molto compresi, una mano sulla spalla del compagno e l'altra sul cuore, sono lieta di dirvi che quasi tutti lo hanno cantato a memoria. Il Nin di sicuro. Se si soprassiede sul fatto che lo ha fatto con il paradenti masticato mezzo penzolante dalla bocca.... atelli itaaaia itaaaia se eestaaa... vabbè, l'intenzione c'era tutta.

Il torneo è stato piuttosto combattuto specie nelle fasi finali. C'erano tre gironi da tre squadre ciascuno - il nostro l' abbiamo abbatanza agevolmente vinto - e poi un girone finale in cui si affrontavano tra loro i primi di ogni girone, i secondi ed i terzi. 

La prima partita del nostro girone finale si disputava tra le altre due squadre, ed una delle due - che ha vinto - ha cominciato a destare una certa preoccupazione. Schemi di gioco, affiatamento, atleti nerboruti (per dei novenni), veloci, precisi..... insomma noi accompagnatori ci siamo guardati e ci siam detti........ questi qui ci tostano come noccioline.

Scendiamo in campo e nel giro di 3 minuti (una partita ne dura 12 in tutto) eravamo sotto 0-2. 
A quel punto.... un po' il tifo indemoniato, un po' l'allenatore motivante, un po' che c'è stata anche un attimino di rissa in campo tra uno dei nostri e uno dei loro (che come ti motiva l'incazzatura non ti motiva niente!),  i giovani leoni hanno tirato fuori un carattere degno della Nazionale! Non solo hanno ribaltato il risultato giocando probabilmente la miglor partita della stagione, ma gli hanno anche fatto un bel marameo vincendo 5-2

Carichi di adrenalina, gli avversari successivi non li hanno nemmeno visti... sul 6-0 per noi ho smesso di contare.



Se si tralasciano le docce gelate, per le quali caso più unico che raro abbiamo concordato di NON lavarci e di andare al terzo tempo inzaccherati, la giornata è stata davvero piacevole. 
C'è stata una premiazione, anche, non di merito bensì di partecipazione. Ogni squadra ha ricevuto la sua coppa, ritirata da un atleta dell' Under 6, senza che si facesse menzione ad alcuna classifica. 

Vedete perchè mi piace il rugby?

Comunque, pur non esasperando la competitività, i ragazzi sono andati via fieri della loro vittoria (perchè hanno vinto, e lo sanno, ohhhh se lo sanno!)  cantando "Abbiamo vinto, non si divide, chi vince ride, ah ah ah!"

Stu-pen-di.