venerdì 27 novembre 2015

CATECHISMO.

Dunque, ho un po' di casino in testa vediamo se riesco a mettere ordine.

Chi legge questo blog sa che noi non siamo una famiglia religiosa. I ragazzi non sono battezzati, non andiamo a messa ecc... Ciò nonostante entrambi i miei figli frequentano l'oratorio, che è molto ben funzionante e organizza tante attività e feste molto carine.

Quest'estate la parrocchia ha cambiato parroco. E' andato in pensione il vecchio don, ed è arrivato Don Enrico, giovane, dinamico, simpatico, con vasta esperienza oratoriale e di contatto con i ragazzi. Da quanto mi si dice sta rivoluzionando un po' la gestione della parrocchia e dell'oratorio, che con il don precedente era condotta in maniera un po'... diciamo tradizionale.

Don Enrico invece è... come dire... uno normale... Durante una festa in oratorio a settembre si è sfilato il collarino e l'ha dato al Ric che lo ha indossato tutto il pomeriggio, così per ridere. Ha pagato la pizza a mezzo oratorio dopo aver perso una scommessa. Si è infilato in un sacco a pelo e ha partecipato coi ragazzi alla Vita in Comune (periodo di 5 giorni in cui un gruppo di adolescenti ha vissuto in oratorio) dormendo in aula magna su una brandina. (e gli hanno pure fregato l'asciugamano). Ai ragazzi dell'oratorio estivo riuniti - circa 200 tra i 5 e i 13 anni + gli animatori) non riuscendo ad ottenere l'attenzione..... si è messo a parlare senza usare il microfono. E non volava una mosca.

Insomma, un personaggio.

Qualche settimana fa è cominciato il catechismo per i bambini di terza elementare che faranno la comunione nella primavera della quarta. Il Nin non è iscritto, così come non lo era stato il Ric a suo tempo. Domenica il don ha incontrato le famiglie, tra cui una mamma che è una mia grande amica e che mi ha entusiasticamente raccontato il discorso del parroco.

Innanzittutto, don Enrico è un parroco "da corsa". Ha fatto un preambolo sulla differenza tra la religione che si deve insegnare a scuola - che deve essere storia della religione ed introdurre possibilimente anche religioni non-cattoliche - e il catechismo che invece è un insegnamento in vista del culto. Ma che deve essere fatto nell'ottica dei bambini,  quindi deve essere divertente, non punitivo (il vecchio don prendeva le presenze a messa e se facevi più di 4 assenze, niente prima comunione!) e gioioso.

Le catechiste, che prima erano suore, ora sono ragazze - ma nel senso proprio di poco più grandi del Ric - molto carine, grintose, gentili, che hanno fatto un corso per imparare a stare coi bambini in maniera positiva e propositiva.

L'obiettivo di questo percorso di catechesi è quello di spingere i ragazzi (bambini) ad avere delle aspirazioni, dei sogni, dei progetti e delle ambizioni e ad imparare a stare insieme. Creare gruppo.

Ha fatto tutto un siparietto sulle difficoltà di essere genitori oggi, sia coi figli piccoli (Gesù e tutti i Santi datemi la pazienza).... sia con figli di età preadolescenziale (Gesù e tutti i Santi, datemi la forza di non ucciderlo) che poi con gli adolescenti che sono i più complessi da gestire (Gesù e tutti i Santi, l'ho ammazzato, accoglietelo nella vostra pace).

E' brillante, colto, piacevole, spiritoso interessato ed intelligente, per niente punitivo, per niente indottrinato, di mentalità aperta e - per quel che ho visto finora coi bambini dell' Oratorio Estivo - estremamente capace.

A tal punto che i bambini - che negli anni scorsi si sarebbero ammazzati pur di non andare al catechismo - quest'anno escono contenti e felici, si divertono, ridono e il figlio di quella mia amica mette addirittura il catechismo tra le Top Attività Della Settimana.

In considerazione di tutto questo, e in considerazione del fatto che se ho minimamente capito il tipo, Don Enrico organizzerà diverse attività per i bambini di catechismo..... mi sta venendo voglia di iscrivere il Nin. Mi starò rammollendo?

Mo' devo dirlo al GG.







giovedì 26 novembre 2015

IL TETRIS INFINITO DELLA VITA QUOTIDIANA

... che poi, a uno sembra di dire... e vabbé che sarà mai........ però per tenere tutto sotto controllo (anche se sempre e solo a livello apparente...) ci vuole una certa abilità circense, come quei pazzerelli che giocolano clavette e palline in numero variabile riuscendo chissà come a non prenderle mai in testa.

Consideriamo la mia settimana tipo - orario post lavorativo dalle 15:00 in avanti

Lunedì: ne parliamo dopo

Martedì: arrivo sotto casa verso le 15:50., salgo per assicurarmi che il Ric non stia dormendo... scendo, prendo il Nin a scuola, vado a comprare pane, latte e merenda, risalgo. Accompagno il Nin a Rugby per le 17:50. Torno a casa x "far presenza" ed assicurarmi che il Ric studi. Bucato, lavastoviglie, aspirapolvere. Riprendo il Nin al Rugby. Preparo la cena. Ceniamo verso le 20.00, il Ric è agli allenamenti e fa il secondo turno verso le 21:20.

Mercoledì: arrivo sotto casa verso le 15:50., salgo per assicurarmi che il Ric non stia dormendo... scendo, prendo il Nin a scuola, vado a comprare pane, latte e merenda, risalgo. Accompagno il Nin e un amichetto alla scuola di circo per le 17:40. li mollo., faccio la spesa, vado a casa, mollo la spesa, torno a prenderli. preparo e cena verso le 20.00 Varie ed eventuali. (il mercole è il giorno delle riunioni scolastiche ieri infatti invece della spesa sono andata al liceo)

Giovedì: come il martedì pari pari, + spesa se il mercoledì c'è stata riunione a scuola.

Venerdì: arrivo sotto casa verso le 15:50., salgo per assicurarmi che il Ric non stia dormendo... scendo, prendo il Nin a scuola, vado a comprare pane, latte e merenda, risalgo, accompagno il Ric alla scuola di circo verso le 17:30. Approfitto per qualche commissione (comprare quaderno, ritirare in tintoria, cazzo mi son dimenticata i pan di stelle nella spesa di mercoledì... cose del genere) Attendiamo Ric per cena - normalmente lo prende il GG dopo il Circo - verso le 20.00 Se non c'è il GG, mi carico il Nin in macchina e vado a prendere il Ric.

Sabato: mattina pulizie e compiti del Nin. Ric è ascuola. Pomeriggio normalmente torneo di rugby

Domenica: è domenica.

In questo bel casino, lunedì - unico giorno completaente senza sport -  un compagno del Nin lo ha invitato a giocare a casa sua nel pomeriggio. Così quando sono andata a prenderlo ho detto "ehi lunedì prossimo vieni tu da noi eh?" e lui ha naturalmente accettato con entusiasmo. Ieri la cosa è saltata fuori con un altro compagno (che supplica sempre per poter venire a casa nostra....) e così ho invitato anche lui. Quanto ci scommettete che diventa una abitudine? Quindi:

Lunedì: Il Nin + 2 compagni scatenati dentro casa a giocare con la play (se mi dice bene) mentre io girello per casa riordinando modello casalinga disperata e, come sempre, comparendo a spot (e a piedi nudi per l'effetto sorpresa)  in camera del Ric per assicurarmi il suo impegno scolastico.

In tutto ciò ho le deleghe per prendere due compagni del Nin a scuola, sono rappresentante di classe sia alle elementari che al liceo e assistente della squadra di rugby.

Ricordarmi di tutto è un'utopia.

Mi sa che mi sono presa un po' troppi impegni quest'anno.





venerdì 20 novembre 2015

INCIDENTE


Oggi è successa una di quelle cose che ti cambiano tutte le prospettive.

Abbiamo appena ricevuto la notizia che il marito di una mia collega ha avuto un grave incidente di moto, e non ce l'ha fatta. Io non lo conoscevo, ma la mia collega ha circa 35 anni, quindi suppongo che anche lui non fosse molto più grande.

Siamo tutti sconvolti.

Non riesco a smettere di pensare a lei, vedova.
Vedova ha un sapore così definitivo, così permanente... una cosa che sarai per sempre.
Puoi superare il momento, puoi rifarti una vita col tempo, ma quella cosa lì non la cancellerai mai.
Una vedova di 35 anni.
Come si vive con un dolore così?
Come si sopravvive?
Insieme da una vita, come me e il GG, e da un secondo all'altro, tutto finito.

Lo so che si dicono sempre queste cose in simili circostanze, ma davvero... non ci sono parole.

Non ci sono parole.

giovedì 12 novembre 2015

DI RETICENZA E CALCI NEL DIDIETRO


Come dicevo nel precedente post, il Ric è brillante, ma pigro.
Pigro è un termine veloce e generico, in realtà lui ha una sorta di reticenza inizale a fare le cose. E' un "conservatore" nel senso che preferisce mantenere lo status quo piuttosto che cambiare.

Ad esempio... quest'anno in vacanza la prima mattina c'era la presentazione dello Yung Club, l'animazione specifica per la sua età. Abbiamo scelto quel villaggio apposta. La sua reazione è stata "si beh magari ci vado domani, oggi vengo con voi in spiaggia".  Ce l'ho spedito a solenni pedate, e naturalmente dopo 10 minuti era talmente soddisfatto che le sue vacanze sono andate molto più che bene

Orbene, sono ormai.. dunque.... 10 anni che Ric pratica con successo il Judo. E' cintura marrone, mi dicono essere piuttosto dotato (io nonostante gli anni ancora non ci capisco granchè). Purtroppo la sua palestra non partecipa alle gare. Il Ric ne è sempre stato seccato, abbiamo provato a chiedere, a capire, ma niente. Se vuol fare le gare, l'unica è cambiare palestra. Così lo scorso giugno mi sono data un'occhiata in giro e ho trovato una palestra non troppo lontana da casa (quella attuale è a 3 minuti a piedi....) che sembrerebbe fare al caso, ho contattato il responsabile il quale ha invitato il Ric per una prova. Prova che a giugno non ha fatto, con la fine della scuola un po' tirata e l'inizio dell'attività di animatore non ce n'è stato il tempo. A luglio ormai era luglio, cosa vuoi, vacanze inoltrate, il Judo era archiviato fino a settemnre. A settembre nemmeno, no dai, ma poi vediamo, insomma....

Memore di tutto ciò e dei concetti espressi nel post precedente  - a riguardo dei sogni e della pigrizia  -  ieri sera ho dato il via alla seguente conversazione:

- Ric allora, ma la palestra nuova che volevamo andare a vedere?
- ehhh.... mamma... insomma..........
- dai, domani scrivo al tipo, e gli dico che martedì ti porto a provare
- (ridacchia) no vabbè dai, aspetta un attimo.... ci penso.....
- ci pensi? e a cosa devi pensare??? è una lezione di prova Ric, non è che ti legano. Gli scrivo.
- no dai, ci penso un attimo
- ma quale problema c'è Ric?? buttati no?? E' solo una lezione di prova, si chiama di prova apposta, non è che te li sposi!! Non succede niente non sei costretto a niente, dai buttati, buttati insomma!!
- eh... ma... veramente....
- Sentimi bene un po', ragazzino. Ti ricordi quest'estate che non volevi andare allo Yung e ti ci ho dovuto mandare a pedate, e poi alla fine non volevi più venire via?
- (ridacchia di nuovo) si si ....
- ecco ma me lo spieghi che problema c'è? Cos'è, sei timido?
- ehmm no non direi, no
- e allora?
- mah... non saprei.......
- Io non capisco Ric, questa resistenza passiva inutile. Facciamo così. Io propongo. Poi se mi accorgo che per qualche motivo non vuoi buttarti, decido io e ti ci butto a calci in culo. OK? Domani gli scrivo.
- ehmm.... ok.........

E mo' vediamo!





mercoledì 11 novembre 2015

LA VIA LUNGA - o di conversazioni col Ric

Beh... alla fine ho scelto la via lunga.


Purtroppo- o per fortuna - il Ric è un ragazzo molto difficile da punire. Sempre stato.
Esce solo nel we, durante la settimana sta a casa sia i pomeriggi che le sere. Ieri era martedì e togliergli la prossima uscita avrebbe significato rimandare la punizione fino a sabato, e  mi pare stupido.  Fa sport, tre allenamenti a settimana, ma quello non l'ho mai usato come punizione perché al di la di tutto, è salute e non mi pare adeguato toglierlo. Della PS gli frega il giusto. Potrei sequestrare chitarra e telefono, ma a che pro? Sono sempre stata convinta che la punizione debba avere una attinenza con il "reato".


Quanto alle pittoresche idee di Vedetta...... :-)
Interessanti, amico mio, ma quanto ai capelli ahimè li ha tagliati due giorni fa e ora che gli ricrescono passano almeno 3 settimane. Un po' in là. Come faccio a Natale a dirgli "no non ti do i soldi per il barbiere, perché a novembre hai preso 4 in storia"?? E comunque la maggior parte delle volte glie li taglia il GG. Quanto ai vestiti... stai davvero suggerendo che io spenda uno stipendio per comprargli un guardaroba da sfigato??? :-D Punisco anche me stessa!!! Peraltro i suoi vestiti sono molto adeguati, jeans, maglietta, felpa. Nulla di particolare.


Così mi ero preparata un bel discorsone sulla responsabilità ed il senso del dovere, tutto preciso e puntuale. Mi sono seduta sul suo letto (lui studiava alacremente) con tutta la calma possibile e l'ho approcciato dicendo semplicemente "parliamo del problema?"


Beh, mi ha spiazzato.
Prima di tutto ammettendo di non aver studiato.
Ero preparata a ribattere colpo su colpo prima di cominciare a fare il mio pezzo, e invece niente, candido come la "dolce Candy" ha ammesso la sua colpa. Onesto o furbo?? Comunque sia, questo ha svoltato parecchio il discorso. Gli ho chiesto come mai non avesse studiato, ovvero, se sa che deve studiare e sa che non lo ha fatto, perché ha aspettato la conferma di un voto molto brutto prima di rimettersi in riga. E li è cominciato tutto un altro discorso diverso che non mi aspettavo di dover fare.


In sostanza mi ha detto che fa fatica a studiare - specialmente alcune materie che non gli piacciono come storia, geografia, arte - perché gli sembra di studiare per nulla. Il liceo, mi dice, è troppo teorico, non ti insegna niente di vero, niente di pratico. E' una scuola inutile. Bene, gli ho chiesto, vuoi cambiare? Dice di no, ormai no, ma se scegliesse oggi farebbe una scelta diversa. Sceglierebbe un istituto tecnico. Benissimo, allora dimmi quale istituto tecnico sceglieresti.


E li è cascato l'asino.


Perché la verità è che Riccardo purtroppo non ha una "passione" vera.
Ci sono amici suoi che adorano smanettare con viti bulloni e chiavi a brugola da quando avevano 7 anni, per loro la scelta di un istituto tecnico meccanico è stata facile. Altri che a 9 anni erano già dei provetti hacker, e per questi l'informatico è stata scelta obbligata. Ma lui? Lui non sa cosa vuole fare, non sa cosa gli piace non ha una direzione. Non ha un obiettivo vero, uno scopo, un fine. E per questo motivo ritiene inutile quello che sta facendo.


Certo, gli piace il judo, gli piace fare l'acrobata.
Ma farne un mestiere?


Così è diventato un discorso motivazionale.
Gli ho parlato dell'apertura mentale e dell'elasticità che il liceo dona, dicendogli che anche se non ti insegna a fare nulla di pratico, la cultura non è mai inutile, e che ti consente di capire meglio il mondo che ti circonda. Gli ho detto che le equazioni di secondo grado magari nella vita reale non le userà mai più , ma che capirle e risolvere lo aiuta ad avere una certa attitudine mentale, a ragionare, e che se non si rende conto di questo è perché gli viene già naturale farlo, gli appartiene già.


E ha dovuto ammettere che la differenza tra se stesso e alcuni individui-caprone del quartiere, la percepisce già molto distintamente.


L'ho esortato a pensare davvero attentamente a quello che gli piacerebbe fare, a cercare un obiettivo, qualcosa che lo appassioni. Gli ho detto che mi dispiace vederlo spesso stravaccato sul letto ed interessato solo ai video di youtube (è l'età , va bene, ma....) e che alla sua età bisognerebbe avere un sogno, bisognerebbe "aggredire" la vita come un leone e non lasciarsela passare addosso.


Mi ha risposto che gli piacerebbe molto essere quel tipo di persona, ma che non lo è.
Allora gli ho detto che ci vuole un po' di impegno nelle cose, che le cose non "succedono" semplicemente da sole. Così come con le ragazze, se te ne piace una non è che puoi star li a aspettare che lei arrivi a dirti "piacere, mi chiamo....". Devi creare le occasioni, le passi davanti una volta o due, le raccogli un fazzoletto che cade, ti presenti, poi magari le offri un caffè.........  allo stesso modo difficilmente la passione della tua vita ti salterà in braccio dal nulla. Bisogna cercarla.


Mi ha detto che avere un sogno "non usa", che nessuno dei suoi amici ce l'ha.
Al massimo c'è qualcuno che sa quale tipo di lavoro vorrebbe fare in futuro, ma sognare??
Sognare in grande?
Anche no.
Mi si è accapponata la pelle.


Abbiamo parlato della pigrizia - Riccardo è curioso ma pigro - abbiamo parlato della sperimentazione, gli ho detto che se non ha ancora trovato qualcosa che lo appassioni davvero, che continui a cercare, a provare, a sperimentare. E come mi aiuterebbe questo a studiare storia? mi ha chiesto. Ti aiuterebbe, gli ho risposto, perché a quel punto storia sarebbe un passo verso l'obiettivo, e non più solo una pagina sterile di roba inutile che ti costringono a mandare a memoria.


E siccome mi pareva un bel po' scoraggiato, gli ho suggerito, se proprio non riesce ancora ad avere un obiettivo a lungo termine (onestamente, io non l'avevo alla sua età... ed infatti faccio un lavoro che non mi piace) di darsi un obiettivo a breve. Giugno. La promozione a giugno. Questo è un primo obiettivo. Piccoli passi. La promozione a giugno si costruisce a partire da ora, fin dal primo giorno di scuola. Se sei d'accordo che questo sia un obiettivo, allora lavora per questo. Lavora per passare della vacanze serene.


Abbiamo convenuto almeno su questo.
Ha promesso che si metterà a studiare con maggiore impegno, e naturalmente sembrava il più sincero dei giovanotti.


Io sinceramente sono un po' preoccupata, perché alla sua età essere già scoraggiati mi sembra davvero brutto. Riccardo ha un cervello di prim'ordine, sarebbe proprio un gran peccato che lo sprecasse. Ha tanti talenti, sa fare tante cose (e se ne rende conto anche lui), tante cose gli vengono facili ma nessuna di esse lo avvince davvero.


Peraltro noi non siamo di quei genitori che i figli "devono" diventare avvocati o dottori o ingegneri. Per me, se anche venisse a dirmi che vuol fare l'artista di strada, andrebbe benissimo. Basta che sia felice lui.


Forse è proprio questo il punto, forse è il fatto di dover decidere per sé che lo spiazza. Forse è ancora presto. Forse pretendo troppo. Forse se gli imponessi determinate cose, sbufferebbe ma alla fine le farebbe.


Invece la mia via, la via lunga che ho scelto,  passa per l'autodeterminazione, per la consapevolezza e spero di non sbagliare, di non volere l'impossibile.







martedì 10 novembre 2015

DI MESSAGGI




WAP di stamattina del Ric

Ehi
Ti voglio Bene
Ho preso 4 in storia
Ricordati la merenda quando torni

Primo pensiero: lo ammazzo.
Secondo pensiero: lo ammazzo e lo brucio
Terzo pensiero: lo ammazzo lo brucio e lo butto nell'umido.

Mia risposta: sono lieta che la cosa non ti faccia perdere l'appetito.

Ho ancora 4 ore e 20 minuti per capire cosa dirgli quando lo vedo.





venerdì 6 novembre 2015

NON E' COLPA MIA...


è che mi hanno disegnata così......

il post di oggi è di nuovo sull' Arcobaleno
(e sto valutando se copiarlo anche su VMA)

giovedì 5 novembre 2015

TIENIMI VICINO MAMMA



Questo post partecipa all' #tienimivicinomamma delle #Stormoms


Quando nacque il mio primo figlio io ero giovane.
Oddio, non giovanissima, ma giovane diciamo per la media attuale.
Anche se non ero completamente priva di esperienza, comunque  sentivo che l'esperienza che stavo per/ stavo vivendo era qualcosa di completamente diverso ed "altro" da qualsiasi altra cosa io avessi sperimentato fino a quel momento.


Non vedevo l'ora di tenere in braccio il mio bimbo, ero un po' intimorita dall'enormità del compito ma confidavo che il mio istinto mi sarebbe venuto in aiuto.


In ospedale io come tutte non vedevamo l'ora che ci portassero i bambini per coccolarli, abbracciarli, riscaldarli, nutrirli, annusarli, solleticarli.. arli... arli... arli.... ma c'era un'infermiera della nursery che mirava a impedircelo.


"Non dovete prenderli in braccio" - ci diceva perentoria - "dovete lasciarli dormire nella loro culla perché poi si abituano e vogliono stare in braccio anche di notte"


Noi ci guardavamo stranite, ma in camera eravamo tutte primipare e dopo tutto il terrorismo psicologico che nei 9 precedenti mesi avevamo subito circa le notti brave dei neonati che scambiano il giorno per la notte, capite....... ci adeguavamo alle istruzioni.


Per fortuna la permanenza in ospedale dura solo pochi giorni.


Non ci ho messo molto, una volta tornata a casa, a capire l'assurdità della pretesa di quell'infermiera.
Un bambino ha estremo bisogno di contatto di pelle-a-pelle, di calore, di sentire un cuore che batte.
Un bambino non ha bisogno di imparare a stare buono nel suo letto.... o quantomeno non nelle prime 48 ore della sua vita! Un bambino ha bisogno di imparare che è amato. E' questa la cosa più importante che insegnamo loro in quelle meravigliose prime settimane con noi.


Li stringiamo (delicatamente...) li guardiamo negli occhi e ci lasciamo guardare, conoscere, annusare. Li accarezziamo e ci godiamo beatamente tutte le loro smorfiette, bausciatine, ciucciatine di guancia e collo, e così costruiamo insieme a loro un castello meraviglioso fatto di tutte le nostre emozioni, che saranno la base, il pilastro, le fondamenta di tutto il nostro futuro.


Così al diavolo l'infermiera Rottermehier, ho adottato il metodo opposto - e col secondo figlio probabilmente l'ho adottato in maniera anche più massiccia!  Il mio bel topino era sempre con me, andavamo a spasso col marsupio anche per ore e ore, fino a quando la mia schiena ha retto.... ci siamo fatti delle fantastiche dormite sul divano, con lui spalmato completamente addosso a me, bocca aperta e bolla al naso tipo cartoni giapponesi che non ci avrebbero svegliati nemmeno le  bombe (e questa abitudine il furbetto l'ha mantenuta in età più avanzata col papà... pisolini pomeridiani della durata di un sonno notturno... #tienimivicinopapà!!!)... ho sempre accolto i figlioli nel lettone di buon grado secondo necessità dopo un brutto sogno, durante un temporale o semplicemente quando nel lettino comparivano delle spine tremende che proprio no no no non si riusciva ad addormentarsi con quel fastidio improvviso che spuntava dal materasso.. dai mamma... lettone, posso??? Ma certo che puoi,  al diavolo tutto. I cartoni non si guardavano se non abbracciati sul divano, la nanna non si faceva se non dopo una sana sessione di coccole e lettura, il sole non si prendeva se non di schiena abbandonati sulla mamma (che infatti aveva sempre la pancia bianca...)


Ho cominciato a fregarmene di chi diceva che "li viziavo troppo", perché i vizi secondo me, quelli davvero dannosi,  sono altri. Sono il dire di si a tutto, il comprare tutto quello che chiedono, il non porre regole.  Non sono certo gli abbracci le carezze le coccole. Tenerli il più possibile con se non è un vizio è una meravigliosa esperienza che aiuta a crescere, e non solo i figlioli....


Il mio motto da allora è stato "io intanto lo vizio, poi casomai quando cresce i vizi li toglieremo"
E così è stato davvero e non posso spiegarvi quanto sono stata felice di aver capito questa cosa nonostante i tanti pareri contrari.


A quella infermiera, se la incontrassi oggi, vorrei dire....... mia cara, cambia lavoro. sono sicura che sei una persona bravissima e degnissima, ma cambia lavoro perché tu derubi le mamme dei primi momenti di magia insieme ai loro bambini. Tu purtroppo credi di fare il bene, ma non lo fai, tu privi dei neonati del contatto di cui hanno bisogno e le mamme della gioia infinita di tenere vicino il proprio bimbo non solo nei momenti di necessità (tipo allattamento) ma anche quando non serve, quando lo si fa solo perché è bello.


I miei figli ad oggi sono/sono stati entrambi dei coccoloni.
Oddio il Ric ormai ha 15 anni, quindi il termine "coccolone" va preso con le pinze....  ma lo è stato di sicuro a lungo. Il Nin non vi sto a dire, un idillio continuo di baci abbracci e carezze e paroline dolci.


E io penso che arriverà un giorno in cui dovremo lanciare l' #tienimivicinofigliomio e in quel momento, magari i ricordi felici che abbiamo costruito con loro tenendoli vicini riaffioreranno e renderanno la vita più bella e piacevole e gioiosa e serena.









mercoledì 4 novembre 2015

ARCOBALENO





il post di oggi è sull' Arcobaleno
Seguite il link per favore e lasciatemi la vostra opinione..
di la, magari... :-)

martedì 3 novembre 2015

LEZIONI DI SESSO

In ufficio da me sono una tra le più vecchie.
Sia come età, sia come anzianità di servizio, essendo arrivata nel 2001 quando l'azienda esisteva da solo sei mesi.


Al momento svolgo la mia preziosa opera professionale (!) in un reparto composto da ragazzi e ragazze che hanno tutti almeno una decina d'anni meno di me, nessuno sposato, nessuno con figli.


Appena la responsabile esce, vi lascio immaginare il tenore della conversazione tra i 5 maschioni alfa dell'ufficio.


La cosa buffa è che alcuni dei miei attuali colleghi li ho assunti io nel mio periodo "responsabile del personale" (in 15 anni ho fatto di tutto qui dentro tranne la contabilità e le pulizie!) e un po' questo un po' che sono più vecchietta, ogni tanto quando proprio sforano di brutto coi concetti e il linguaggio, saettano occhiate nella mia direzione con aria colpevole, come se fossi la maestra che sta per bacchettarli sulle dita. "oh, ragazzi, occhio che la Puffola ci ascolta!"


Scherzano, ovviamente, ma solo al 98%.....


Insomma com'è come non è ieri l'argomento era il solito, parlavano di non so più quale collega che secondo loro "è una che si fa legare" e robe del genere quando non mi ricordo per qual ragione sono intervenuta nella conversazione e ho inopinatamente dichiarato di essere monogama da quasi 25 anni.


E qui ho scatenato nell'ordine:
- ohhh e aaahhh di sorpresa
- occhi buttati all'indietro
- bava alla bocca
- convulsioni e crisi epilettiche
- un brutto caso di alluce valgo
- due rush cutanei pruriginosi
- alopecia e piorrea fulminanti.


Dopo vari sguardi allucinati della serie "ma come cazzo fai" e una domanda molto precisa del tipo "ma tu proprio... mai mai mai??" ho ancor più inopinatamente fatto presente agli sbarbati presenti che quando si sta con la stessa persona per tanto tempo, un po' di fantasia è d'obbligo, per mantenere vivace il rapporto che altrimenti dopo tanti anni... diventa du' palle!


Bum. E' stata la fine.
Sono comparsi fogli e matite per appunti e sguardi intenti ed interessati pronti a cogliere l'illuminato insegnamento della MILF. Sono stata salvata dalla campanella (responsabile rientrato) dal rivelare tutti i miei segreti di natura erotica, ma uno dei colleghi ci ha tenuto a specificare che mi avrebbero aspettato al varco oggi... che preparassi la lezione.