giovedì 27 giugno 2013

LA PRIMA SERATA.

Squilli di trombe
Rulli di tamburi.

Udite, udite!

Stasera il PG, che presto sarà meglio conosciuto come DJ Lobo, farà la sua prima serata "lavorativa".
Capita che il comitato genitori di una scuola media vicino a casa abbia organizzato per i ragazzi che hanno fatto gli esami di terza una bella festa celebrativa.

Affittato locale superchick (http://www.ilmaglio.eu/), con ingresso esclusivamente ai partecipenti alla festa (genitori al cancello grazie, ma ci saranno degli chaperon!), assicurato servizio di un DJ per la serata.
E chi è questo DJ?
Nessun altro se non il maestro del PG (aehm... vi avevo detto che fa un corso da DJ che si paga coi suoi soldi e che è diventato taccagno come Scrooge per questo??).
Così il giovane DJ Simon gli ha proposto di fare la serata insieme.

Non vi posso spiegare la felicità del PG!
Bello biondo e abbronzato, in un locale pieno di ragazze della sua età, in una posizione di privilegio come quella dietro la console............ BUM! Quando me l'ha detto non stava nella pelle (cosa assai rara per il PG).

Mamma... sai cosa mi ha detto... mi ha detto: Dai Ric, la nostra prima serata insieme..... mamma... non puoi capire... quando mi ha detto così volevo baciarlo...


Ovviamente si è trattenuto... sapete, c'ha un'immagine da mantenere....... però mi piace vederlo così entusiasta. Lui che è uno che esterna poco!



mercoledì 26 giugno 2013

ANCORA E ANCORA E ANCORA. E DOPO BASTA PERO'!

Allora.

Il punto non è la gelosia.

Mio marito ha avuto una sbandata per questa persona tempo fa, e siccome non sono una deficiente totale, sono disposta ad ammettere che qualche ragione l'aveva.
Su questo, credetemi sulla parola.
Ha detto di non aver dato seguito alla cosa, e io sono propensa a credergli.
A questo punto, comunque, è storia vecchia e là resta.

Quello che non riesco a gestire oggi è che siano rimasti amici.
E che nonostante sappia che mi fa del male costantemente, non rinunci a questa amicizia, che anzi difende.

Questo è un problema SUO, a mio modo di vedere.
E' lui che deve risolverlo, nell'unico e solo modo possibile.

Però diventa MIO nel momento in cui sono IO che devo mettere in discussione me stessa per vedere in qualche modo di accettare questa cosa secondo me inaccettabile, mentre lui si sente completamente nel giusto perchè non fa niente di male, e non prova nemmeno a cominciare a capire perchè la sua posizione - sempre a mio modo di vedere - è biasimevole oltre ogni limite, oltre che umiliante e degradante nei miei confronti, per non parlare della mia dignità accartocciata.

Perchè dire "ti amo" e contemporaneamente perseverare in piena coscienza e consapevolezza in un comportamento che fa soffrire la persona che si dice di amare, secondo me è una contraddizione in termini.

Costa fatica fare il bene dell'altro?
Ebbene, quella fatica, per una volta, va fatta.
Va preso il proprio ego, e va messo in secondo piano. Per una volta.
Questa sarebbe una dimostrazione d'amore pari a nessun'altra.
E' questo che gli rimprovero - mica solo qui sul blog, anche a lui personalmente - di non fare.

Ieri sera parlavamo - in via generale - di compromessi, dei compromessi che necessariamente vanno fatti quado si vive in coppia. Gli ho chiesto quali sono i compromessi ha fatto lui per stare con me. Mi ha risposto che non gli vengono in mente, e se non gli vengono in mente significa che non ne ha avuto bisogno, o che sono irrilevanti.

Bene, quindi questa è la prima cosa che gli chiedo veramente solo per me.
La prima in 20 e passa anni.
E lui non fa la fatica di spettinarsi un minmo.
E se solo pensa di accontentarmi - a volte me l'ha detto, "va bene lo faccio" - ragazzi mi tremano le gambe a vedere che faccia ha mentre lo dice. Come se gli tagliassero via un braccio. Come se la fatica fosse insormontabile.

Come se fossi l'arpia che lo snatura, contro la sua volontà.

Ecco.

Più chiaro di così non so dirlo.
Spero di essermi spiegata.
Concorderete, spero, che non è un problema di corna.

Quanto al resto, non mi sento una persona debole, anzi, mi sento molto molto forte.

Se accetto (temporaneamente) alcune cose che non mi stanno bene, è solo perchè continuo a lavorarci in vista di un bene superiore. For the greater good, come direbbe il prof. Albus Dumbledore

Non certo perchè sono un povero pulcino sparuto che pur di tenersi suo marito farebbe qualunque cosa. Proprio no.

Ed è per questo che non vorrei mai umiliarmi ulteriormente andando da S a dirle "ehi giù le mani da mio marito". Questo darebbe a tutti, me per prima, la sensazione di non essere in grado gestire la mia vita "dal di dentro". Come se fosse colpa sua, di lei. Come se il mio matrimonio fosse nelle sue mani. Invece non lo è. E' nelle mie, capite?

E la colpa... beh la colpa è stata mia e del GG.
Solo nostra.
Io ho fatto la mia parte, e penso di averla fatta bene.
Se così non fosse, il GG non ha che da chiedere.
Il GG ha fatto la sua parte. Al 100%... almeno fino a quando la sciagurata scoperta del famoso sms non ha messo la cosa sottoun altra luce.

Ora come giustamente dice lui, si tratta del 1% contro il 99%
E' vero, concordo completamente.
Ma purtroppo è un 1% che per me, pesa parecchio.

Che lasciasse da parte la razionalità, una volta ogni tanto e facesse quello che è giusto, pur se illogico.







venerdì 21 giugno 2013

TOM PONZI DE NOARTRI

Un po' di tempo fa, ho parlato con qualcuno, un uomo - lo specifico - della questione della collega del GG (l'amicizia continua, sapevatelo).

Pensavo francamente, trattandosi di un uomo, di prender mazzate.
Che voglio dire, mi sarebbero state pure bene, come sapete ogni punto di vista è ben accetto e non si sa mai da dove può arrivare un valido spunto di riflessione.

Invece questo "ragazzo" ha dato ragione in tutto e per tutto a me.
Però le mazzate sono arrivate lo stesso.

In pratica il consiglio è stato più o meno questo: se decidi di accettarlo, lo accetti e non rompi più i maroni. Se invece la cosa ti fa incazzare, la tua incazzatura deve avere un fine, uno sbocco. Deve portare a qualcosa. E fin qui, diciamo, posso pure essere daccordo.

Dal lato pratico, la cosa è che io dovrei incazzarmi e massacrare il GG su questa cosa, fino al raggiungimento del mio scopo (cioè la fine dei rapporti tra loro di qualunque natura), dopodichè, siccome ovviamente è un argomento su cui è molto facile mentire, dovrei metterlo sotto controllo per verificare che se lui dice che l'amicizia è finita, l'amicizia sia davvero finita (oppure: che se lui dice che vanno a pranzo, vadano davvero a pranzo e non in un motel).

E come dovrei fare, di grazia? ho chiesto.

La risposta è stata che i metodi ci sono.
Lo metti a budget e vaffanculo, spendi tanti soldi in cazzate......

Avete capito?
Mi ha suggerito di mettergli un detective alle calcagna e farlo pedinare.

Sono rimasta basita.
Ma basita tanto, parecchio.

No, dico.
Mike Hammer alle prese con una infedeltà coniugale?
Magnum PI baffi, calzoncini e macchina fotografica al collo?

Ma..... ma!

giovedì 20 giugno 2013

QUESITO FILOSOFICO.

Non so perchè mi viene in mente questo esempio.
Ma poniamo...

Chessò, prendiamo il dottor Veronesi, eminente oncologo e salvatore di vite umane.
Quante persone avrà salvato nella sua carriera? Mille, duemila? Di più?

Ora, facciamo finta che ogni tanto gli pigli un raptus... e se ne vada nottetempo macellando della gente.
Mica tanta.
Dei raptus piccini.
Mettiamo uno ogni cento cancri debellati.
Soltanto l'1%.

Che fareste?
Lo "perdonereste" di quei pochi omicidi in virtù delle assai più numerose vite che salva?

E che direste? Che è una persona ha rispetto per la vita in virtù di quello che fa di giorno, indipendentemente da quello che fa di notte?

O lo sbattereste in galera come un qualunque maniaco, per quello che fa di notte indipendentemente da quello che fa di giorno???

Cosa vale di più, il 99% buono
o quell'1%  cattivo?
Tutto il buono può (o deve) far dimenticare il cattivo?
O il poco cattivo inquina il buono?

(ok, fanno 38 gradi, che pretendete?)





PS: Caro Professor Veronesi.... abbia pazienza, non c'entra lei. E' solo che è il primo eminente benefattore che mi sia venuto in mente.

giovedì 13 giugno 2013

CONTRO LA VIVISEZIONE.....

Il discorso è che quanto ti metti a vivisezionare qualcosa, qualche magagna la trovi per forza.

E' come quando vai dal medico per un check up. Stai bene, ma vuoi non avere un minimo di colon irritabile? O quando ti ferma un vigile, se vuol darti la multa stai sicuro che se anche sei appena uscito dalla concessionaria con la macchina nuova, un motivo x multarti salta fuori comunque.

Cerca cerca, scava scava... 

Inoltre, analizzare le cose troppo da vicino fa perdere la poesia.

Quando guardi un quadro alla giusta distanza vedi l'armonia delle forme, l'uso sapiente dei colori, l'atmosfera che crea. Se ti avvicini troppo, vedi solo pennellate senza senso e senza apparente ordine. Riduci il quadro alla mera somma delle tecniche usate per dipingerlo, e perdi la bellezza dell'opera d'arte.

Così vale per tutto.

Gli scienziati che studiano la biochimica del cervello e vogliono spiegarci l'amore in questo modo, mi danno sui coglioni non posso dirvi quanto. Ficcano una persona in una macchina per la TAC e guardano quali lucine si accendono. E pensano di aver capito tutto.
Poveretti, non è colpa loro.
Guardano troppo da vicino.


Analizzare le cose troppo da vicino fa perdere la poesia.
Così vale per tutto.

Morale: devo smettere di vivisezionare la mia vita. 



PUAH!

venerdì 7 giugno 2013

QUESTE SON DOMANDE. ALTRO CHE COME NASCONO I BAMBINI.

Non so, probabilmente è una tappa obbligata.
Anche al PG successe, forse era un annetto più piccolo, e anche allora mi aveva spiazzata totalmente.
Stavolta pure peggio.

Insomma, qualche sera fa il Nin, senza apparente motivo, senza mostrare alcun segno precedente, senza che si fosse nemmeno lontanamente sfiorato l'argomento in nessun modo, ha cominciato a dire che non vuole morire. Ma mica per scherzo. Sul serio. Aveva la voce rotta e le lacrime agli occhi, e dichiarava con assoluta convinzione che avrebbe smesso di compiere gli anni, in modo da non invecchiare e non morire. E ieri ha girato la cosa su di me, dicendo che non vuole che IO muoia, perchè lui "mi vuole più bene" e che anche io devo smetterla con questa cosa di compiere gli anni.

Ora.
Cosa si dice a un bambino di nemmeno 6 anni alle prese con l'angoscia della morte???

Se mi avesse chiesto "cosa succede dopo che si muore" come fece il PG a suo tempo, forse me la sarei cavata meglio. Ma la paura, l'angoscia pura che leggevo nei suoi occhi mi hanno un attimo annichilita.

Io non vorrei mentirgli, ma risposte della famiglia di "tutti si muore, è la natura" non mi sembravano assolutamente adeguate.
Del resto anche dirgli "non ti preoccupare, tu non morirai mai" mi pareva poco onesto, per non parlare di "non ti preoccupare la mamma non morirà mai"... che magari vado sotto un tir domani mattina e lo lascio con la sensazione di averlo preso per il culo.

Così ho cercato di dire e non dire, smorzare i toni dicendogli che non ha di che preoccuparsi, che è un bimbo, che non sta certo diventando vecchio e quindi non c'è ragione di pensarci ora.
Dopodichè l'ho solo abbracciato e consolato finchè la tristezza è passata, sentendomi assolutamente inadeguata.

A-I-U-T-O!

A voi è capitato???