lunedì 31 ottobre 2011

di modi e maniere

Quale è il modo "giusto" di amare?
Esiste un modo "giusto" e uno "sbagliato"?
Come si passa dall'uno all'altro?
Come si aiuta qualcuno a passare dall'uno all'altro?


Bè coi bambini è facile.
Il modo giusto di amarli è quello che li fa crescere sereni.
Si incoraggiano le loro attitudini, si correggono amorevolmente i loro difetti, si è presenti quando ne hanno bisogno, non si sottolineano troppo i loro sbagli e li si rassicura sempre che l'amore è gratis.
E se "sbagli", te ne accorgi subito, perchè i bambini sono così: è relativamente semplice capirli, almeno nel macrosistema. Ti mandano segnali molto precisi (e chi non ha assistito a dei mal di pancia inusuali prima di qualche impegno importante, o a qualche recrudescenza di eneuresi notturna ecc...).



Ma con gli adulti?
E' sempre vero che l'amore adulto è "gratis"?
Certo, dovrebbe.
Ma nella vita vera?
Si dice che le persone vanno amate come sono, 
e non come vorremmo che fossero.
E con questo io concordo non al 100 ma al 1000%
Indubbiamente e sicuramente. 
Sempre e comunque.
Ma come si fa a non scavallare la linea di demarcazione sottile ed insidiosa che intercorre tra il segnalare qualcosa che eventualmente potrebbe far del male e il cercare di snaturare l'altrui carattere?
E se ami una persona "per quella che è", difetti inclusi, come fai a non soffrirne?
E si può cercare di "correggere amorevolmente" un tratto del carattere dell'altro, quando quest'altro è adulto? Vuol dire aiutarlo? Vuol dire aiutarsi? O vuol dire forzare?

Ed ultimo, ma non meno importante: è normale che a 40 anni una inizi a farsi tutte 'ste seghe mentali??

venerdì 28 ottobre 2011

cronaca di un mariticidio annunciato.

Allora, cronaca.

Giovedì scorso, il GG ed io dovevamo uscire con una coppia di amici.
Tutto pronto e organizzato, la mia amica il mercoledì si ammala, e dunque salta tutto.
Il GG torna a casa mercoledì sera e mi dice “sai, mi ha chiamato il mio amico E. per chiedermi di uscire domani, ma gli ho detto di no perché siamo già impegnati”

+10 punti per il GG per l'affidabilità

Si, gli spiego, hai fatto bene, ma il fatto è che l’impegno è saltato e bla e bla e bla. Ma io direi, visto che ho prenotato, magari usciamo lo stesso, no?
GG: ehm, no, ecco, vedi.. se le cose stanno così… sai il mio amico E. è in periodaccio (vero) non esce mai (vero) son sempre io che gli propongo di uscire e lui rifuita semre (vero), per una volta che organizza lui mi spiace dirgli di no. (vero). Visto che siamo solo tu ed io , rimandiamo?

-10 punto per il GG per il darmi per scontata

Qui, devo dire io sono stata un po’ ambivalente.
Da un lato ho capito perfettamente il discorso del GG sull’amico E. l’ho pienamente condiviso (sta messo veramente una fetecchia poveraccio)
Dall’altro mi sono detta Eccheccazzo! Vien prima lui di me??
Così dopo aver tergiversato un po’ gli ho detto che la prenotazione che avevo fatto per la sera non era rimandabile e che se lui decideva di uscire coi suoi amici, io mi sarei trovata compagnia x la serata e sarei comunque andata avanti col programma. Così ho fatto.

A occhio e croce, la cosa l’ha un po’ colpito.
Non che si sia arrabbiato o altro, ci mancherebbe.
Ma ho avuto la sensazione che desse per scontato che l’avrei aspettato a casa…. E anche il suo atteggiamento generale della giornata è stato un po’… strano… non so….. forse si sentiva un po’ colpevole??  (+ 100 punti per il GG per l'atteggiamento generale). Io certo gli ho lanciato qualche battutaccia sul fatto di “darmi buca” o di preferire un “amico depresso ad una “moglie arrapata” (ehm!), ma con assolutamente nessuna intenzione bellicosa.

Però… bè… devo dire che mi aspettavo che il GG rimediasse a questa gaffe… ossia, che mi portasse fuori questa settimana, e se posso permettermi di aggiungerlo, anche con gran pompa, e suono di grancassa e programma appositamente predisposto al fine di “farsi perdonare” il bidone. (ma ripeto, la cosa era rimasta a livello di scherzo, io NON mi sono arrabbiata davvero!)

Siccome il mio adorato GG non fa mai quello che ci si aspetta da lui, per andare sul sicuro gli ho fatto ben presente che mi aspettavo una “riparazione”.  Sempre ovviamente scherzando  (ne ho ricavato prealtro risposte tipo “ma non mi sembra che non facciamo mai niente insieme” che mi hanno gettato nella più assoluta confusione e nel più totale delirio, ma transeat)
Due volte, glie l’ho detto.

Risultato: questa settimana, 3 sere su 4 è arrivato da lavoro “bollito” e si è praticamente accasciato ad orari consoni ad uno studente delle elementari. Una sera senza nemmeno dirmi buona notte.
E di programmi x stasera, ultima sera utile, manco l’ombra.

- 1500 punti per il GG per l'indolenza

Dunque, che dite: lo uccido???

giovedì 27 ottobre 2011

grrrrrrrrrrrrrrrrr


Oggi sono stanca.
Proprio.
Stanca nella mente, non nel corpo.
Quando una gira al 120% tutto il tempo, dopo un po' 
fermarsi è quasi obbligatorio.

Solo che non posso.

Ma resisto, neh? Porco Demonio, se resisto!!!
Che non son mica un passerotto!

mercoledì 26 ottobre 2011

prova ma ddddeche?

Di solito, quando raggiungi con fatica un certo tipo di consapevolezza, non importa in quale ambito, dopo ti viene il trip di metterla alla prova. Di verificare se è proprio così come dici tu, o se le persone intorno a te sono così come dici tu, o se le situazioni sono così come dici tu.

Entri in un loop di merda (veramente di merda!) in cui ogni cosa, ogni dettaglio, ti sembra fondamentale e devi per forza incastrarlo nel tuo quadro complessivo, perchè diamine, ci hai messo così tanto tempo e fatica e lacrime e dolore che adesso TUTTO deve trovar posto li dentro. Come in un mosaico.

Faniente che magari i tasselli che ci incastri dentro a viva forza rovinino il disegno generale.

Ho un amico, un caro carissimo amico cui voglio molto bene per un sacco di ottime ragioni, che mi esorta a far questo. Mettere alla prova quanto faticosamente conquistato. Come se io avessi bisogno di esortazioni... che già sono tentata di farlo tutti i giorni. Prima di parlarne con lui prendevo quella fastidiosa tentazione e la relegavo in fondo in fondo al buio, cercando di non darle peso. Dopo però non ho potuto esimermi dall'analisi.

E mi son detta.... anche no.
Ma proprio anche no.
Perchè per mettere alla prova determinate convinzioni, devi per forza creare una situazione distruttiva, o quanto meno di crisi, e vedere come (e se) si risolve.
E che, c'ho per caso scritto Sali e Tabacchi sulla fronte??

A che pro far questo?
E' come dire... che ne so.
Mettiamo alla prova l' amor materno. Vediamo se siamo capaci di morire per i nostri figli.
Appendiamoli per gli alluci fuori dal quinto piano e aspettiamo di vedere se la Puff si butta di sotto per salvarli.

Ora, c'è caso che una situazione del genre, nella vita reale, non si dia mai.
E perchè dovrei andarmela a cercare a bella posta? Per verificare cosa? Per mettere alla prova cosa?

No, grazie.
Proprio no.
Affronto i problemi quando mi si presentano, e cerco di farlo con spirito, grinta e buon senso.
Ma per crearmeli, proprio credo di non avere la forza.

martedì 25 ottobre 2011

ahhh.. quanti ricordi........

Mercoledì scorso i Ninnolo ha pensato bene di farsi venire un po' di febbre.
Niente di grave, ma quanto è bastato x tenermi a casa dall'ufficio.... non che mi sia disperata.
Dopo aver passato la mattinata a tirar via e metter su lenzuola, che una quando è a casa ne approfitta.... verso le 17 mi son seduta sul divano a vedere i cartoni col malatino.

Italia 1, leggo sulla guida.... Mila e Shiro.

Oh, cazzarola.
Mila e Shiro, i due pallavolisti innamorati, quelli che le partite duravano 7 puntate e se non c'era almeno una schiacciata con doppio carpiato e triplo salto mortale atterrando sull'unghia dell'alluce non c'era manco gusto.
Quelli che si allenavano fino a morire sul selciato dopo 150 milioni di chilometri di corsa in 15'' netti.
Quelli che se non perdevano almeno 4 notti di sonno a settimana per stare in palestra, non erano contenti.

Ebbene, quelli.

Trepidante schiaccio il tasto 6 del telecomando e mi accingo a un viaggio sulla giostra della nostalgia.

MA??

Scena uno: una sconosciuta allenatrice sta valutando gli schemi di gioco per la prossima partita.
Su un LAP TOP.
Laptop?? Come Laptop? MA se ai tempi di Mila e Shiro manco esistevano i cellulari.......

Scena due: arriva l'avvenente Shiro. Si siede in atteggiamento evidentemente complice vicino alla sconosciuta allenatrice. Le porta il caffè.... no, dico? MA tu non eri pazzo di Mila??

Scena tre: inizia una partita. Parliamo del campionato mondiale per club, mica bau bau micio micio. Lo speaker annuncia la squadra di Mila chiamandola Dragon Ladies e definendola "cinese". Cinese?? MA Mila non era di Tokyo???

Scena quattro (dove finalmente capisco): le Dragon Ladies entrano in campo. Pantaloncini e maglietta, ovviamente, e DUE PERE DELLA QUARTA MISURA che non si erano mai viste ai nostri bei vecchi tempi.

Ahhhh, ecco.
E' un sequel... ora è tutto chiaro.... son trascorsi gli anni...
Molte cose sono cambiate in questi anni passati senza che ci incontrassimo, mia cara Mila.
LA tecnologia ha fatto passi da gigante, Tokyo è stata trapiantata in Cina, tu e le tua compagne di squadra siete finalmente diventate signorine e il tuo Shiro ti cornifica con la tua allenatrice.......  MA le tue schiacciate con avvitamenti supermultipli e palla che sfida tutte le leggi della fisica... quelle sono rimaste. FORTUNATAMENTE.

Vedere per credere.


venerdì 21 ottobre 2011

chicche ninnolesche

Sabato pomeriggio, soleggiato ma freschetto.

Il Ninnolo ed io scendiamo speranzosi in cortile, ma lo troviamo ahimè deserto.

Ci sediamo su una panchina - perchè si sa che la speranza muore sempre per ultima - per vedere se con un po' di fortuna qualche amichetto prima o poi spunta da qualche portone.

Nell'attesa il Ninnolo si guarda in giro, sbirciando gli alti palazzi che compongono il nostro condominio. Una anziana signora si affaccia alla finestra.

Nin: mamma, quella nonna è quinto forte?
Puff: ?????
Nin: mamma è quinto forte?
Puff: ehm, amore, non capisco, cosa vuoi dire??
Puff: quella signora abita al quinto forte o al quinto piano??


GLOM!

giovedì 20 ottobre 2011

uomini e donne.

A volte mi vien da dire... gli uomini sono così, le donne invece sono cosà.
Il che alle volte è riduttivo, ma sovente invece è piuttosto corretto, quantunque non troppo profondo.

Per quanto vedo in giro, e vedo... uuuhh se vedo, da un punto di vista relazionale le donne si dividono in due gruppi.

Gruppo 1: una volta dentro ad una relazione stabile, e magari con un pargolo o due, le donne appartenenti a questo gruppo si dimenticano completamente - anche non volendolo - del fatto che il marito non è un puro incidente di percorso. Prese come sono tra lavoro, figli, casa, spesa, bucato, e mille altre attività, alla fine sono talmente spossate che non resta loro nè il tempo nè l'energia per fare anche le "mogli". A letto alle nove a leggere un libro, niente sesso, niente uscite tra adulti per non abbandonare il povero o i poveri eredi a quei diavoli dei nonni (o della baby sitter), e rigorosamente tutone bucato e calzerotto di lana, che in casa fa freddo.
Quando gli uomini delle donne appartenenti a questo gruppo desiderano cambiare lo stato delle cose, quello che passa nelle menti femminili normalmente è qualcosa come "miiii cheppalle. so' stanca, non mi aiuti mai, mi lasci sola due sere a settimana, non ti occupi dei bambini, e mo'??? vorresti pure trombare??? ma lasciami dormire, va!

Gruppo 2: una volta dentro una relazione stabile e anche con un pargolo o due, le donne appartenenti a questo gruppo si ricordano - o tentano di ricordarsi - che si, ci sono mille mila cose da fare, ma pure il marito avrà i suoi diritti. Tentano di mantenere una atmosfera rilassante in casa, cercano di presentarsi la sera con un minimo di dignità (ossia senza calzerotti), si ficcano gli stecchini sotto le palpebre al fine di resistere fino all'ora di andare a dormire e fare sesso come si deve (con alterni risultati, ma tant'è). Abbandonano - alcune con gioia, altre con riluttanza ma comunque lo fanno - i pargoli quando è il caso e si concedono una cena o due, un cinema, un concerto in compagnia di gente adulta con cui ridere e scherzare.
Quando gli uomini delle donne appartenenti a questo gruppo le approcciano, il loro pensiero a grandi linee potrebbe essere qualcosa come "sono stanca morta, vorrei svenire sul tappeto che sul divano manco ci arrivo, ho avuto una giornata veramente di merda, ma per fortuna che quando torno a casa mio marito mi abbraccia mi sorride e scherza con me. Che fortuna che ho."

Gli uomini invece appartengono ad un unico maxi gruppo.
Essi dedicano quasi tutte le proprie energie al lavoro.
Non lo dico come un rimprovero.
Ci siamo evoluti per essere così, in un certo senso.
I cacciatori in giro a cacciare - e se non cacciavano, niente cibo per l'inverno - e le donne al villaggio, o nella grotta o dovepareavoi a raccogliere bacche e frutti e badare al focolare.

Quindi ancora oggi, il primo obiettivo di un uomo è la sua carriera - normalmente - non la sua famiglia.
Il che NON SIGNIFICA che gli uomini non amino la famiglia, intendiamoci. Solo che, diciamo, non viene al primo posto.
Se un uomo è soddisfatto del proprio percorso lavorativo e vive con una donna del Gruppo 2, wow.
Non potrebbe esserci combinazione migliore.
Se un uomo è soddisfatto del proprio percorso lavorativo e vive con una donna del Gruppo1, probabilmente a lungo termine ci saranno dei problemi, perchè l'uomo soddisfatto HA nei fatti delle energie da spendere con la propria famiglia (e la voglia di farlo, soprattutto) e se invece la sua compagna non le ha..... ahi ahi ahi ahi.

Ma se un uomo è insoddisfatto del proprio percorso lavorativo, purtroppo diventa piuttosto simile alle donne del Gruppo 1. Non riesce a staccare i pensieri, una volta dentro la soglia di casa, non riesce a essere lieto (se non felice) di essere a casa, di giocare coi figli, di far l'amore con la sua donna. Tutto pare che vada in pezzi, tutto lo infastidisce, niente lo rende contento.
Se poi un uomo così ha sposato una donna del Gruppo 1, addio. E' proprio la fine.
Se invece sta con una del Gruppo 2, magari si riesce ad evitare il peggio... se la donna del Gruppo 2 resiste il tempo necessario.

Tutto sta in come ci si incastra, in certo qual modo, giusto?
... e invece no.

Tutto sta, secondo me, a quale prospettiva si decide di adottare.
Per una donna, "cadere" nella trappola del Gruppo 1 è molto facile. Facile come inciampare. Non ci vuole nessuno sforzo, basta lasciarsi andare. Dopotutto è vero che una donna ha il doppio dei motivi per essere fisicamente e psicologicamente provata, di solito.
Alle donne di questo gruppo (di cui anche io, ammetto, ho fatto parte a tratti), vorrei dire: svegliatevi. Siete donne, non solo mamme e donne di casa. Non dimenticatevelo.

Alle donne del Gruppo 2 vorrei dire.... resistete. Non lasciatevi andare. Continuate così!!

E agli uomini, a tutti gli uomini, vorrei dire........ cercate di trovare ristoro nelle vostre compagne. Cercate di non considerarle come un "dovere" da assolvere, ma come qualcuno in cui rifugiarvi, in cui trovare pace dopo una giornata difficile. Dopotutto, le donne son fatte apposta, no? Ce l'abbiamo scritto nel DNA e nell'evoluzione... siamo fatte per "prenderci cura". 

Lasciateci fare il nostro lavoro. 
Fidatevi di noi.
Affidatevi. 
Siamo qui apposta.

lunedì 17 ottobre 2011

a tutte le streghe e ai loro cavalieri.


Un giorno, il giovane re Artù  fu catturato ed imprigionato dal sovrano di >un regno vicino.
Mosso a compassione dalla gioia di vivere del giovane, piuttosto che ucciderlo, gli offrì la liberta', a patto, però, che rispondesse ad un quesito molto difficile: "Cosa vogliono veramente le donne?"
 
Arù avrebbe avuto a disposizione un anno, trascorso il quale, nel caso in cui non avesse trovato una risposta,
sarebbe stato ucciso. Un quesito simile avrebbe sicuramente lasciato perplesso anche il più saggio fra gli uomini ed al giovane Artù sembrò una sfida impossibile, tuttavia, avendo come unica alternativa la morte, Artù accettò laproposta, e fece ritorno al suo regno.

Ivi giunto, iniziò a interrogare chiunque: la principessa, le prostitute, i sacerdoti, i saggi, le damigelle di corte e via dicendo, ma nessuno seppe dargli una risposta soddisfacente. Ciò che la maggior parte della gente gli suggeriva era di consultare una vecchia strega, poichè solo lei avrebbe potuto fornire la risposta, ma a caro prezzo, dato che la strega era famosa in tutto l regno, per gli esorbitanti compensi che chiedeva per i suoi consulti.

Il tempo passò... e giunse l'ultimo giorno dell'anno prestabilito, cosìcche Artù non ebbe altra scelta che andare a parlare con la vecchia strega, che accettò di rispondere alla domanda, solo al patto di ottenere la mano di Gawain, l piu nobile dei Cavalieri della Tavola Rotonda, e migliore amico di Artù! Il giovane Artù provò orrore a quella prospettiva... la strega aveva una gobba ad uncino, era orrenda, aveva un solo dente, puzzava di acqua di fogna e spesso faceva anche dei rumori osceni! Non aveva mai incontrato una creatura tanto ripugnante. Percio si rifiutò di accettare di pagare quel prezzo e condannare,cosi', l'amico a sobbarcarsi
un simile fardello! Gawain,venuto al corrente della proposta, volle parlare ad Artù dicendogli che nessun sacrificio era troppo grande per salvare la vita del suo re e la tavola rotonda, e che quindi avrebbe accettato, di buon grado, di sposare la strega . Il loro matrimonio fu pertanto proclamato, e la strega finalmente
rispose alla domanda:

"Ciò che una donna vuole veramente è: 
essere padrona della propria vita"

Tutti concordarono sul fatto che dalla bocca della strega era uscita senz'altro una grande verità e che sicuramente la vita di Artù¹ sarebbe stata risparmiata.

Infatti il sovrano del regno vicino risparmiò la vita ad Artù, e gli garantì piena libertà

Ma che matrimonio avrebbero avuto Gawain e la strega?

Artù si sentiva lacerato fra sollievo ed angoscia, mentre Gawain si comportava come sempre, gentile e cortese. La strega al contrario esibiva  le sue peggiori maniere... mangiava con le mani, ruttava e petava, mettendo tutti a disagio.

La prima notte di nozze era vicina, e Gawain si preparava a trascorrere una nottata orribile, ma alla fine prese il coraggio a due mani, ed entrò nella camera da letto, ma ... sorprendente vista lo attendeva!

Dinnanzi a lui, discinta, sul talamo nuziale, giaceva semplicemente la più bella donna che avesse mai visto!

Gawain rimase allibito, e non appena ritrovò l'uso della parola (il che accadde dopo diversi minuti), chiese
alla strega cosa le fosse accaduto..

La strega rispose che era stato talmente galante con lei quando si trovava nella sua forma repellente, che aveva deciso di mostrarglisi nel suo altro aspetto, e che per la metà del tempo sarebbe rimasta così, mentre per l'altra metà, sarebbe tornata la vecchiaccia orribile di prima.
A questo punto la strega chiese a Gawain quale dei due aspetti avrebbe voluto che ella assumesse di giorno, ... e quale di notte. Che scelta crudele!

Gawain iniziò a pensare all'alternativa che gli si prospettava: una donna meravigliosa al suo fianco durante il
giorno, quando era con i suoi amici, ed una stregaccia orripilante la notte? O forse la compagnia della stregaccia di giorno e una fanciulla incantevole di notte, con cui dividere i momenti di intimità ?





Voi cosa avreste fatto?





La scelta di Gawain è  distante solo un paio di righe... ma non la leggete, finchè non avrete dato  la vostra
risposta o fatto la vostra scelta.......

. . . . 
. . . .
. . . . 
. . . . 

Il nobile Gawain disse alla strega che avrebbe lasciato a lei la possibilità di decidere per se stessa.

Sentendo ciò, la strega gli sorrise, e gli annunciò che sarebbe rimasta bellissima per tutto il tempo, proprio
perchè  Gawain l'aveva rispettata, e l'aveva lasciata essere padrona di se stessa!
 
La morale di questa storia?
Non importa se la tua donna è bella o brutta, se è  intelligente o stupida.......... in fondo in fondo è sempre una strega!!




  

giovedì 13 ottobre 2011

lacrime di gioia

Le lacrime di gioia sono alla base di qualunque romanzo d'amore, di qualunque sogno adolescenziale, di qualunque palpito del cuore davanti alla luna piena a qualsiasi età.

Di esse noi "ragazze" ci nutriamo fin da giovani (bè, va bene, non tutte.... ma quasi...), fantastichiamo di vederle sul viso di chi amiamo, ci sdilinquiamo davanti alle uniche reali lacrime di gioia che abbiamo mai veramente visto: quelle della scena finale di Ghost...... o, per le più giovani (e per le meno giovani che sono rimaste sixteen inside) quelle della ormai famosissima proposta di matrimonio sotto il baldacchino in una casa in mezzo alla foresta - e non fatemi aggiuntere altro!

Ma le abbiamo mai davvero provate?
Abbiamo sperimentato in prima persona cosa significa piangere di felicità?
Perchè io, a essere onesta, ho sempre pensato che fossero tutte cazzate, inventate soltanto per aumentare il phatos di certi racconti, di certe immagini. Certo, belle da immaginare, ma sostanzialmente inesistenti nella vita vera. Espedienti da libricino Harmony, per dire.

Dai, per la miseria, quando uno è felice ride, mica piange!
Gisuto?


E invece oggi sono qui per dirvi che… sbagliavo.
Le lacrime di gioia esistono.

Esistono dei momenti ideali, dei momenti di tale inimmaginabile e sublime perfezione che ti scavano nell’anima solchi talmente profondi ed evidenti, che solo le lacrime possono riempirli.

Pensate che stia scherzando, vero?
E invece sono serissima.

Uno di quei momenti, l’unico nella mia vita non collegato alla nascita dei miei figli, mi ha travolto con la sua intensità proprio poco tempo fa. Le lacrime sono scese da sole, senza che quasi me ne accorgessi. La commozione di sapere che in quell’istante sospeso niente avrebbe potuto scalfire quella gioia infinita ed immensa non mi ha lasciato scampo.

E’ stato, devo ammetterlo, meraviglioso ed inatteso.

Attimi. Attimi splendidi e fugaci che ti lasciano un ricordo indelebile come il momento a cui un naufrago stremato viene infine lanciato un salvagente.

La realtà, però, è un’altra cosa.
Non altrettanto perfetta, non altrettanto idilliaca.

E così capita che mentre tiri su col naso, essa ti ricordi che la vita è un infinito susseguirsi di momenti, e che non tutti sono ugualmente perfetti. Perché mentre i tuoi occhi piangono per la felicità di aver raggiunto un traguardo, immediatamente il traguardo successivo si para davanti ad essi, e tutte le difficoltà ad esso correlate ti ricordano che non ti puoi abbandonare nemmeno per un minuto. Devi continuare a lavorare, a combattere persino perché questo sei: un guerriero. Un guerriero che non cede le armi davanti ad alcun pericolo, davanti ad alcuna sfida. Sei Leonida di Sparta, che combatte 300 contro 30.000. Eppure vince.

La prossima vittoria è dietro l’angolo. Le prossime lacrime di gioia sono a portata di mano, purchè tu non ti arrenda mai.

Questo in fondo è la vita: ti dai un obiettivo e caparbiamente lo persegui, ed una volta raggiunto, non commetti (più) l’errore di credere che il lavoro sia finito. Il lavoro non è mai finito – e non è detto che sia una brutta cosa.

Quel che conta è il viaggio, si dice. Ed è questo quello che le mie lacrime di gioia mi hanno insegnato in una recente mattina di sole. Quel che conta è il viaggio.

Il mio viaggio difficile e meraviglioso  prosegue.
La felicità è un viaggio ininterrotto.


mercoledì 12 ottobre 2011

gelosia... mah !

 
Settimana scorsa il GG è stato via x lavoro da lunedì a venerdì.

Una sera della settimana ho invitato a cena una amica, allo scopo di fare due chiacchiere una volta spediti a nanna i pargoli.

Com'è come non è... mi è venuta voglia di fare uno scherzo al GG... così mentre lui mi chiedeva via SMS chi fosse il mio ospite per la cena, io mi sono tenuta sul vago.

- no, niente... una persona...
- uomo o donna?
- ha importanza??
- bè, si, un po'...
- che, non ti fidi?
- no, ma..... insomma devo chiederlo ai miei figli chi viene a cena a casa mia???

Tlinnnnnnnnnnnn. Lampadina. Coinvolgo il PG, chiedendogli di dire al GG, se mai avesse chiesto, che avevo invitato un collega di lavoro che abita vicino a casa nostra.

Il giorno dopo riprende la solfa degli SMS

- allora chi c'era ieri sera a cena?
- ohh ma come mai ti interessa tanto?
- perchè è mio diritto saperlo, lo voglio sapere, ho detto

E via su questo tenore.

Una volta rientrato alla base il Mashio Alfa (io lo chiamo GG ma lui è così che si definisce.....), passa mezza giornata e l'argomento si ripropone.
Continuo a fare la vaga e il GG sparisce con passo marziale in sala, ad interrogare il PG.
Come da copione "ah si è venuto un collega della mamma che abita qui dietro".

Fulmini e saette.
Sguardo rabbuiato
Passo ancor più marziale
ritorna in cucina con aria bellicosa e mi fa "allora la prossima volta che esci posso invitare anche io una donna mentre non ci sei??"

Insomma lo lascio bollire ancora per un po' fingendomi indignata, e poi gli dico la verità, e cioè che il fantomatico collega era in realtà la mia amica G. venuta a fare quattro chiacchiere.

Il giorno dopo lo stuzzico un po'...

- Allora, come mai te la sei presa? non ti fidi?
- cosa c'entra
-bè come mai te la sei presa?
- perchè si.
- e va bene, ma insomma, volevo solo giocare, tu ti sei arrabbiato... perchè ti sei arrabbiato?
- e cazzo, perchè si, scusa, inviti uomini mentre io non ci sono...................

Morale.... il ragazzo appariva geloso, e pure piuttosto seccato.

Ma vigliacca la terra se fossi riuscita a fargli dire "ero geloso" o anche "sei moglie mia e di nessun altro" o - Dio ci scampi e liberi - "ti amo e devi essere solo mia"

Vi prego ditemi che anche i vostri sono così...(o che anche voi siete così, Scaccia & Co.).. perchè altrimenti mi devo preoccupare...


(post duplicato su http://quelgeniodimiomarito.splinder.com)

mamma bastarda.

E si, quando mi ci metto mi vengono proprio delle idee che sfiorano il sadismo.
Anzi, non lo sfiorano, ci si tuffano proprio.

Ieri il PG è venuto a casa con un votaccio di inglese.
Sapevo che sarebbe successo, è sempre stato la sua bestia nera complici anche le maestre delle elementari che non hanno assolutamente saputo interessarli alla materia. Ma non voglio giustificarlo.
Ora il ragazzo è mio, e le mie ripetizioni saranno decisamente incisive, potete scommetterci ! !

Ma la genialata è arrivata durante la cena, che, come forse ho già vagamente accennato, è l'orario preferito del Ninnolo per rispondere alla chiamata della natura (e son 3 anni che non passa cena senza che io debba alzarmi per assisterlo.....)

Così quando il suddetto Quattrenne si è alzato al grido di "io devo andare a cagare" (... no vi prego non dite niente...) mi si è accesa la lampadina. Un sorriso mefistofelico si è dipinto subitaneamente sul mio viso angelico mentre mi giravo con fare indifferente verso il PG che si sganasciava per la dichiarazione di suo fratello.

- PG, ho trovato la punizione perfetta per l'insufficienza di inglese: per una settimana pulisci tu il sedere di tuo fratello quando fa la cacca.
- Maaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa mammmaaaaaaaaaaaaaaaa noooooooooo che schiiiiiiiiiiiiiifo no non lo faccio, no no no
- Stai disubbidendo? perfetto, allora fanno 2 settimane invece di una. Ti avviso che questa punizione mi piace moltissimo, se vuoi darmi altre scuse per prolungarla, te ne sarò infinitamente grata.

Il giovane riconosce la sconfitta tace e si alza alla volta del bagno.
E tutto sarebbe andato alla perfezione, se non fosse stato per il fatto che dopo poco il Ninnolo torna a tavola in lacrime tenendosi il sedere................. ebbene, il PG evidentemente disgustato dalla puzza,  gli ha spruzzato del deodorante proprio lì.

Ma si può essere più citrulli???

26 settembre

Non ho poi più speso due parole sull'anniversario di nozze che ho festeggiato alla fine di settembre....

Bè, per una serie di ragioni abbiamo fatto un festeggiamento doppio.

Tutta la storia della dozzina di rose rosse che ho ricevuto in ufficio la trovare qui  :)


La sera giusta, il 26 settembre, ci siamo concessi una "serata ignorante". Cosè il GG chiama le serate coi suoi amici uomini quando non hanno voglia di essere seri. Siamo andati al biliardo. Mi sono infilata (a fatica, sic) in una mise alla Dasy Duke - con dubbi risultati - e via verso nuove e mirabolanti carambole.
Appena arrivati alla sala da biliardo, al primo tavolo noto una ragazza cinese con tacco 25, minigonna inguinale, canottiera, chinata a 90 sul tavolo verde che maneggiava la stecca come se non avesse fatto mai altro nella sua vita. Dasy Duke con gli occhi a mandorla. Brutta stronza. Mi sono diretta con passo marziale al tavolo all'angolo esattamente opposto della sala e ho cercato di non guardarla più. Mi andavano i fumi alle orecchie!!! Ovviametne alla prova dei fatti, ho perso tre partite su tre, ma tra la prima e la terza si incominciava a notare un certo timido miglioramento.

E' stato un anniversario strano, non certo "tradizionale" ma proprio per questo carino.
Alle volte si devono rompere gli schemi, no??

Invece per il venerdì successivo avevo prenotato cena e suite in un "hotel di charme" vicino a casa dei miei. Abbiamo mollato i pargoli e ci siamo concessi quel tempo per noi. Cena tipo slow-food, in una sala elegante dalle pareti affrescate, semideserta quindi intima e d'atmosfera. Il GG è venuto a prendermi a casa da bravo cavaliere e mi ha accolto con la frase "tanto non ci mettiamo molto a mangiare, VERO??" che vi da l'idea di quale fosse il programma x il dopo-cena. Programma abbondantemente rispettato. La camera era bellissima, pareti affrescate, camino, bagno spaziale con idromassaggio... tutto il necessario per "staccare" dalla routine per almeno una mezza giornata.

Durante la cena, consumata con lentezza e assaporando bene tutti i particolarissimi piatti, il GG mi ha detto "bè, possiamo fare che questa è la nostra uscita di anniversario, no...?"

Ma io ho pensato.............. anche no.
Nel senso.... perchè voler dare una connotazione "ufficiale" ad una serata piacevole?
Perchè voler dire che abbiamo fatto quelle cose perchè era il nostro anniversario?
C'è davvero bisogno di una occasione particolare per voler passare del tempo insieme?


Io dico di no.
Io SPERO PROPRIO di no!!!
Io dico che quella non era la nostra uscita di anniversario.
Io dico che era solo una sera in cui avevamo voglia di fare qualcosa un po' per noi... e che di momenti così sarebbe bello potersene ritagliare altri, senza bisogno che sia "festa".

lunedì 10 ottobre 2011

breaking news

Stamattina, occhieggiando di sottecchi la free press della ragazza seduta accanto a me in metropolitana, mi è caduto l'occhio su due notiziole curiose anzichenò.

La prima: a Roma, sotto le ovvie maledizioni ecclesiastiche, un uomo è diventato "mammo", partorendo una bambina chiamata Eva che era stata impiantata in un utero artificiale dentro al suo corpo. Il Mammo fa parte di una coppia omosessuale.

La seconda: in un non meglio specificato laboratorio segreto è stato covato con successo e si è schiuso un uovo di T-rex. Tale uovo era stato trovato al polo sud (o nord, non mi ricordo) in perfetto stato di conservazione ed ora il piccolo dinosauro respira l'aria del XXI secolo.

Sono piuttosto basita e non ho neanche le idee tanto chiare su cosa davvero ne penso, di questi progressi scientifici così.... particolari.

Voi che ne dite?

venerdì 7 ottobre 2011

stay hungry, stay foolish





Your time is limited, so don't waste it living someone else's life.
Don't be trapped by dogma — which is living with the results of other people's thinking.
Don't let the noise of others' opinions drown out your own inner voice.
And most important, have the courage to follow your heart and intuition.
They somehow already know what you truly want to become. Everything else is secondary.

giovedì 6 ottobre 2011

beautiful ci fa una pippa.

Venghino siori venghino, che abbiamo una telenovela in corso!

Titolo: Cortile mon amour

Personaggi ed interpreti:
PG: giovin signore di aspetto gradevole
B: una piacente donzella mora e riccia
Puff: una mamma impicciona brutta e cattiva
M. : l’altra mamma impicciona brutta e cattiva.

La trama:

Capita che un bel giorno i figlioli non son più bambini e smettono di giocare con bambole e macchinine e iniziano a giocare tra di loro. Te ne accorgi perché in cortile inizi a vederli seduti sulle panchine a chiacchierare, a scambiarsi musica, a raccontarsi esperienze di vita vissuta.
In questo idilliaco contesto, la giovane bella mora e riccia B. un bel giorno scopre con suo gran stupore di provare una certa simpatia particolare per il nostro buon PG, il quale – orrore degli orrori – è di un anno più piccolo.

Complice il cellulare che, ormai, ogni ragazzino possiede dalla più tenera età, i due cominciano a mantenersi in costante contatto con messaggini agli orari più impensabili, e a vedersi ogni giorno in cortile insieme al loro gruppo di comuni amici.

La giovane B, ad un certo punto della vicenda, messa alle strette da  M., la sua mamma, prima cerca di negare ma poi è costretta a confessare un interesse per PG. Niente di male ne’ di straordinario, sono i primi palpiti del cuore!! Ma che tenerezza!!! Peccato che PG, messo alle strette dalla sua mamma Puff…. niente da fare. Dichiara di non provare nella maniera più assoluta, ma proproi manco per sbaglio, alcun interesse per la donzella. E per favore non parliamone più, grazie.

I due continuano ad essere amici e a frequentarsi in massima tranquillità

Ma a turbare la serenità di questa amicizia arrivano una brutta sera alcune amiche di B. che incuranti di ferire il suo giovane cuoricino innamorato cominciano a prenderla spudoratamente in giro riguardo alla sua “simpatia” proprio davanti al prode PG, che assiste a tutta la scena con gran imbarazzo.

La svolta:

B., con una lucidità e una prontezza che travalicano la sua giovane età, decide che per mantenere il suo orgoglio non può stare a guardare mentre la si sfotte impietosamente, e con azione repentina quanto inaspettata conferma al PG quanto da lui capito grazie alle prese in giro. Si caro PG, è tutto vero: tu mi piaci. L’impicciona M. informa l’impicciona Puff di tutta quanta la sequela di sms in argomento.
L’impicciona Puff è perplessa. PG è suo figlio e la pupilla dei suoi occhi, ma è pur sempre un maschio… ed è sua ferma convinzione che i maschi vadano presi da piccoli onde non si trasformino in “uomini che non capiscono un cazzo di donne”. Così cautamente si informa sull’accaduto.

Puff: ehi PG, che è successo con B?
PG: niente, perché?
Puff: dai non mentire. Ho sentito pettegolezzi di cortile. Che è successo??
PG: niente perché??
Puff: ho sentito parlare di un certo sms domenica sera
PG: sms?? Domenica sera??? Che stai dicendo??

L’aplombe serafico di PG inizia a irritare la Puff.

Puff: ok dammi il tuo cellulare.
PG.. ehm… ma… veramente… io… ehmmmmmm ok tieni.

La puff smanetta ma lo sgamato ragazzino ha cancellato la cronologia dei messaggi. Resta solo uno sparuto sms di qualche minuto prima, del seguente tenore:

“ciao PG, ho saputo cosa hai detto a XX, non ti preoccupare, rimaniamo comunque tranquillamente amici. Per favore rispondimi”

Puff: dai PG, cosa c’è dietro a questo sms? Racconta
PG: ma niente! Non so nemmeno chi sia XX

PG è ormai in evidente stato confusionale, così Puff decide di scoprire le sue carte.

Puff: senti, ho saputo che B. ti ha detto qualcosa di importante…
PG: ehm, io, veramente… si.
Puff: e tu cosa le hai detto?
PG: ma!!!!! niente!!!!!
(surgle!)
Puff: capisco, sei in imbarazzo. E cosa hai detto a XX???
PG: che non so cosa dirle………………
Puff: vedo… ma B ti piace o no???

Primo colpo di scena:

PG: mi piaceva!!!!!!!
Puff: come ti piaceva???
PG: e si, mi piaceva l’anno scorso ma ora mi è passata!!!
Puff: oh, che sfortuna, succede sempre così!! Va bene però non puoi non dirle niente, devi rispondere all’sms in maniera gentile. Per esempio potresti…
PG: basta, decido io!

La mattina seguente l’impicciona Puff si informa se PG avesse risposto all’sms.

PG: no, non ancora
Puff: dai, non puoi far finta di niente, non è gentile
PG (nascondendo il viso nelle mani) : E… ma… non so cosa dire……………..
Puff: come non sai cosa dire? Sai se ti piace o non ti piace, no??

Secondo colpo di scena

PG: ehm… ecco… io… veramente… ehmmmmmm… ehmmmm………..
Puff: ?????????????????????
PG: no, perché.. ehm… io…. Come posso dire… sai….. ummmmmmhhhhh…….
Puff: PG, quante storie! Son mesi che vai dicendo che non ti piace. Allora?
PG: io.. veramente.. ehmmm… uhhmmm… ahmm… ehm……… NON LO SO!!!!!  (che è diverso da "no cosa ti viene in mente, ndr)

Non lo so?
Non lo so????
Come non lo so??
Come fai a non sapere se una ti piace o no???

Mentre queste domande frullano nella testa di Puff, essa abbassa gli occhi e guarda suo figlio.
E si rende conto.

E’ arrivata tardi.
PG non sa cosa vuole in campo sentimentale.
Ormai è un uomo.


mercoledì 5 ottobre 2011

sul post precedente

Allora, miei adorati commentatori (mi date delle soddisfazioni, mi date!! )

Secondo me le cose stanno così:
Slela: certo, hai ragione, nemmeno a me piace leggere nel pensiero. Però ci sono alcune cose che se richieste, perdono significato. Ad esempio, che so, i fiori. Ohh mi piacerebbe che mi regalassi dei fiori, caro. Pronti, la sera dopo, un bouquet di tulipani. Bello, per carità... ma di scarso significato. O una dichiarazione d'amore. O è spontanea, o non-è, semplicemente. Inoltre c'è il problema che chiedendo, si rischia di sentirsi rispondere quello che si desidera, e non il reale pensiero dell'altro. Voglio dire, alla domanda "ti piace il mio vestito" chi è che ti direbbe "no, guarda, mi fa proprio cacare"???

Altrimenti detto: vogliamo un complimento (o un mazzo di fiori, o una dichiarazione d'amore) costi quel che costi, o la vogliamo sincera? Perchè se la vogliamo sincera, la spontaneità è d'obbligo.

E' vero che la virtù, come dicevano un tempo, sta nel mezzo.

Noto spesso che gli Uomini, in generale, sono molto più concentrati su se stessi di quanto non siano mediamente le Donne, e che spesso considerano i complimenti (o i fiori, o le dichiarazioni d'amore) come inutili orpelli e non come un modo di mantenere viva la relazione, il piacere, la gioia, la serenità e la spensieratezza.

Questo non vale per quelle poche, fortunate, scelte dal fato che ricevono anelli di brillanti per il loro anniversario.... vero Frago???? :)

D'altro canto, è pur vero che, sempre mediamente, le Donne sono un filo più esigenti e - diciamocelo - un tantinello cagacazzo. Ma poco poco.

Il punto qui non è tanto che Lei voleva un complimento e Lui non ci ha pensato.
Il punto secondo me è come la coppia metabolizza queste differenze, se le accetta, se sa valorizzarle.
In altre parole, se la conversazione finisce con lei che dice "ohh ma sei proprio un orso, vieni qui che ti gratto un po' le orecchie" oppure "sei uno stronzo, vai a dormire sul divano".
Li, è questione di intesa.

Altro punto, sollevato da Tomy, è sacrosanto: alle Donne piace essere corteggiate! Certo che ci piace. Ne abbiamo un bisogno primordiale, insopprimibile, fisico.
Ma lo abbiamo solo noi?? Siamo abituate, noi ragazze (!!), a considerarci e a pretendere di essere soggetti passivi del corteggiamento. Ma abbiamo proprio ragione?

E qui, mi stupisco dei signori maschietti  presenti.... non mi avete fatto la sola domanda che avesse un senso!

Come quale è la domanda??

Se Lei avesse notato la camicia nuova di Lui !!!

Pensateci, non sarebbe stato imbarazzantemente facile?

Lei: uh, hai preso quella camicia che mi dicevi? bella, ti sta bene!
Lui: grazie - sorriso - anche il tuo vestito è fantastico.

Morale della favola: la vita si fa in due.
Vale (quasi) per tutto.

martedì 4 ottobre 2011

incomunicabilità . ' azz che parolona!

Disclaimer:
Prima che a qualcuno venga in mente che io sia una povera disperata, visto questo post ed il precedente, ve lo comunico subito: trattasi di situazione ipotetica. OK??? Inventata. :-)  Però voi fate finta che sia vera e lasciate il vostro parere. Prima o poi capirò perchè uomini e donne fanno così fatica a comprendersi ! ! !


* * * * * * * * * * * * * *

Lei e lui stanno per uscire a cena.
Lei si fa tutta carina, con un bel vestito nuovo, e si pregusta già la reazione di Lui.
Si incontrano.

Lui: ciao, andiamo?
Lei – pavoneggiandosi – si si sono pronta.
Lui: a che ora è la prenotazione
Lei – pavoneggiandosi – alle otto.
Lui: preferisci andare in macchina o a piedi?
Lei – pavoneggiandosi – bè ho queste scarpe nuove col tacco….
Lui: - ok allora macchina. Salta su.
Si avviano, chiacchierano, lui la guarda, le sorride, lei continua come per caso a far svolazzare la gonna nuova.
La serata scorre piacevole.
Il cibo è buono, la compagnia allegra.
Lui la occhieggia di tanto in tanto ammirato.
Parlano di tutto, tranne del vestito.
Una volta tornati a casa….

Lei: bè allora proprio non ti piace il mio vestito nuovo?
Lui - stupito -  perché?????
Lei: non hai detto niente…
Lui - stupito -  ma se non ho fatto altro che guardarti!
Lei: si… ma non hai detto niente…
Lui - perplesso -  ma scusa, non ti accorgi se mi piace il tuo vestito? Se ti guardo, vuol dire che va bene.
Lei: bè si, ok, però qualche volta mi guardi anche se non ti piace come sono vestita, scusa. Come faccio a capire la differenza?
Lui: Non ti guarderei se non mi piacessi.
Lei: Beh, se non dici niente, per me non ti piace.
Lui: ma non è vero!
Lei: allora ti piace??!!
Lui: ti ho guardata, no???
Lei: Se non lo dici, è perché non lo pensi. Vedi? Te lo sto proprio chiedendo, e ancora tu non lo dici, che ti piace il mio vestito nuovo!!
Lui - finalmente seccato - ma insomma se sono stato ad ammirarti tutta sera!! Qualcosa vorrà pur dire!!
Lei: ah si? E cosa vorrebbe dire??
Lui: ti fai un sacco di paranoie per niente.

Alla fine di questa conversazione, lei rimarrà con la convinzione che lui non apprezzi il suo abito, e lui con quella che lei sia una spaccacazzi puntigliosa che non si accontenta mai.

Incomunicabilità.
Lei ha bisogno di ricevere un complimento, lui non ha alcuna necessità di farlo.
Lei forse sopravvaluta il peso delle parole (dopotutto, lui la guardava davvero!) e lui di sicuro lo sottovaluta grandemente.

Vale per tutto.

E’ solo che di certe cose non si può fare a meno per sempre.
O meglio… si può. Certo che si può. Tutto si può fare.
Non significa che sia bello.



lunedì 3 ottobre 2011

rumore di zoccoli

C'è un detto, credo in ambito medico, che dice che quando senti rumore di zoccoli, non devi pensare subito che stia arrivando una zebra. Più probabilmente si tratta di un cavallo. Significa che data una serie di sintomi, la diagnosi è con ogni probabilità la più semplice, non la più esotica.

Più in generale, diciamo che vista una certa situazione, la spiegazione sarà nella maggioranza dei casi la più banale e non la più complessa.

Provate ad ascoltare questo rumore di zoccoli:

Vostro marito/vostra moglie rientra da un viaggio di lavoro.
La biancheria sporca si trova in un sacchetto di quelli forniti dall'albergo, e nello svuotarlo vi accorgete che c'è dentro un salvaslip usato (o un profilattico, nel caso della moglie)
Ora, tralasciando il fatto che se a viaggiare è una donna non avrà certamente aspettato che qualcuno le mettesse la biancheria in lavatrice ma se lo sarà fatto per conto suo.... ecco i due scenari possibili:

1. l'addetta alle pulizie della camera non ha negligentemente notato che il sacchetto era stato utilizzato in precedenza e non l'ha sostituito. Vostro marito/vostra moglie lo ha utilizzato per riporvi gli indumenti da lavare senza accorgersi dell'indesiderato ospite.

2. vostro martito/vostra moglie hanno ricevuto una persona del sesso opposto in camera. La signora si è tolta il salvaslip prima di accingersi al peccaminoso amplesso e vostro marito non si è accorto che lo aveva riposto nel sacchetto poi usato x la biancheria. In alternativa, è stato usato un profilattico che poi l'incauto amante di vostra moglie ha occultato nel famoso sacchettino... e poi lei non si è accorta ecc ecc ecc...

Tra questi due scenari, secondo voi, quale è il cavallo e quale la zebra?

Altro rumore:

Per puro purissimo caso, senza intenzione, scovate un sms compromettente sul cellulare di vostro marito/vostra moglie.Si tratta, poniamo, di un cortese scambio del tipo "cosa hai fatto di  bello nel week end". Compromettente, ma non troppo. L'interlocutore è con ogni evenienza dell'altro sesso ed il nome della persona in rubrica è occultato, diciamo. Criptato. Si limita alle prime due lettere del nome, come Pa per Patrizia, o Ma per Mauro.

Scenario 1:
Ma che andate a pensare! La persona è solo la mamma (o il papà) di un bimbo che fa sport con vostro figlio, si sono conosciuti sugli spalti della piscina!  Si sono scambiati della musica, ecco perchè ha il suo cellulare in rubrica, e il fatto che il nome sia mozzo è un puro caso, solo x far più presto a registgrarlo. E' un puro caso anche che il/la vostra partner si sia dimenticato di ragguagliarvi su questa nuova simpatica conoscenza, il cui livello di intimità è tale da interessarsi di come passa il reciproco week end.

Scenario 2
Qui qualcuno ce' sta a prova'.

Quale è il cavallo e quale la zebra?